carcereNota del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Bologna, avv. Desi Bruno.

“I dati di questi giorni, 1168 persone ristrette presso la Casa Circondariale di Bologna, parlano in maniera netta di un carcere i cui numeri sono ormai insostenibili (già si parla di collocare materassi per terra per fare posto ai nuovi entrati). La misura è colma anche a livello nazionale infatti, secondo gli ultimi dati rilevati dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), le carceri italiane hanno superato la soglia cd. tollerabile pari al numero di 63.702 posti letto.

A Bologna, se da una parte i numeri delle persone ristrette continuano a crescere in modo progressivo e inarrestabile, dall’altra perdura la cronica carenza di personale di Polizia penitenziaria, delineando uno scenario tanto desolante quanto di una difficoltà senza precedenti. L’esiguità del numero del personale addetto alla sicurezza, mancante di oltre duecento unità, comporta la compressione delle attività trattamentali che non possono più essere garantite, e la persona detenuta viene lasciata sempre più tempo in celle troppo affollate.

In questi giorni si è svolta una civilissima protesta dei detenuti, che hanno prodotto un documento con il quale hanno inteso sensibilizzare le autorità preposte circa le precarie condizioni di vita all’interno dellaCasa Circondariale di Bologna, il sovraffollamento, la carenza di educatori, la necessità di interventi igienico-sanitari, a cui la nuova Direzione sta cercando di rispondere laddove è possibile un intervento immediato (rifacimento delle cabine per telefonare, pulizia delle docce, sostituzione dei materassi, incremento di attività trattamentali ), mentre da settembre dovrebbero prendere servizio tre nuovi educatori.

Il Provveditore regionale ha assicurato l’invio temporaneo di personale di polizia penitenziaria per lo smaltimento dell’arretrato presso gli Uffici di Sorveglianza costituito dalle richieste di liberazione anticipata inevase, la cui decisione, oltre che dovuta, può costituire un utile strumento deflattivo delle presenze in carcere.

L’Ufficio del Garante chiederà alle autorità giudiziarie competenti che le udienze con persone detenute si svolgano presso il carcere, come previsto dal codice di rito per le convalide degli arresti e dei fermi, e come già avveniva in parte, fino a poco tempo fa, per le udienze del Tribunale di Sorveglianza, in modo da recuperare agenti di polizia penitenziaria per lo svolgimento di altre attività, come il trasporto delle persone detenute all’esterno per visite od esami clinici di particolare complessità, a voltenon effettuati per carenza di organico, per non intaccare le attivitàtrattamentali e per evitare trasporti e permanenze negli uffici giudiziari delle persone in condizioni poco dignitose stante anche il periodo estivo.

L’Ufficio del Garante delle persone private della libertà personale di Bologna, nell’esprimere una profonda preoccupazione per l’aumentointollerabile delle presenze in carcere, e nel sottolineare ancora una volta la maturità delle persone ristrette, auspica un utilizzo delle misure cautelari (in specie della custodia cautelare in carcere) da partedell’autorità giudiziaria davvero come extrema ratio e per un tempostrettamente necessario, valorizzando appena possibile collocazioni esterne in regime di arresti domiciliari; auspica inoltre un ricorso alle misure alternative alla detenzione, che al momento attuale hanno subito una contrazione, soprattutto in presenza di pene brevi, in modo da produrre effetti deflattivi sul sovraffollamento, valorizzando la finalità rieducativa della pena, che nella situazione attuale appare difficile ritenere esistente”.