Il Consiglio comunale di Carpi ha approvato nella seduta del 27 settembre la delibera che avvia il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni e il trasferimento delle stesse all’Unione terre d’argine, con la costituzione di un Polo catastale.

Il provvedimento, ha spiegato in aula l’assessore Alberto Allegretti, è conseguente all’approvazione di un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e prevede tre modalità differenti: Carpi, come la maggior parte dei comuni della provincia, ha scelto l’opzione che prevede l’acquisizione completa da parte dell’ente locale delle funzioni catastali, consultazione della banca dati, aggiornamento della stessa sia per i fabbricati che per i terreni, riscossione dei tributi. “Ciò servirà – ha spiegato Allegretti – a una maggiore conoscenza del territorio e dei beni immobiliari per definire politiche urbanistiche adeguate, diminuire la sperequazione e rendere disponibile anche in modo decentrato il servizio ai cittadini. Il Comune diverrà il principale protagonista nelle politiche a favore del territorio”. Il capogruppo di Forza Italia Roberto Andreoli ha a questo punto presentato una mozione che impegnava la Giunta “a non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, a non aumentare il prelievo fiscale legato agli immobili diminuendo se necessario l’aliquota dell’Ici”. “Già ora con le nuove tecnologie erano diminuiti i tempi di attesa per chi aveva necessità di rivolgersi al Catasto, questa accelerazione del Governo lascia dubbi organizzativi, economici e gestionali – ha detto Andreoli – Con questo odg chiedo solo che l’imposizione fiscale sull’immobile sia a saldo zero considerando, anche le rendite catastali”.
Allegretti ha ricordato che la legge che prevede questa opzione è del 1997 e che lo scopo del decentramento delle funzioni catastali è quello di aumentare non l’imposizione fiscale ma l’equità: “ogni anno su migliaia di accertamenti sono 4 o 5 appena i ricorsi relativi all’Ici avanzati contro il Comune: sulle politiche fiscali relative all’abitazione si attende la Finanziaria, che modifica l’aliquota Ici per la prima casa, e che comunque abbiamo già ridotto nel Bilancio di quest’anno”.
La mozione di Andreoli ha ottenuto i voti di Fi, Leganord, Ltc e An e non è dunque passata all’esame del civico consesso: la delibera in discussione è invece stata approvata da Ds, Margherita, Verdi, Pdci, Sd, astenuto il rappresentante di LtC, contrari Rc, An, Fi e Leganord.

Il Consiglio dell’Unione delle Terre d’argine venerdì 28 settembre ha anch’esso messo all’ordine del giorno questo tema e ha approvato la convenzione per il trasferimento ad essa delle funzioni catastali decentrate ai comuni e la costituzione del Polo catastale. L’assessore Stefania Zanni ha presentato il provvedimento, già approvato dai Consigli dei quattro comuni che fanno parte delle Terre d’argine, ricordandone le caratteristiche. Il dibattito si è poi aperto su una proposta di mozione firmata da Roberto Benatti (Forza Italia) e Filippo Rossi (Polo per le Terre d’argine) simile a quella presentata dal collega carpigiano Andreoli, e su un emendamento firmato da Benatti sulla stessa tematica. Dopo un lungo dibattito, su proposta del consigliere neoeletto Ermanno Losi (Ds), è prevalsa poi la decisione di considerare non pertinente la presentazione e votazione di questi due documenti poiché l’Unione non può prendere decisioni vincolanti sulle scelte dei Comuni relativamente alle aliquote Ici.
A seguito del voto del Consiglio dell’Unione che ha sancito la decisione di non discutere i documenti presentati da Benatti e Rossi i rappresentanti di Polo e Forza Italia sono usciti dall’aula. La delibera è infine stata approvata con i voti di Ds, Margherita, Riformisti, Rc, Pdci, Verdi e Gci.