Il 21 maggio scorso sono state indette due giornate di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del Pulimento-Multiservizi per il 26 e 27 giugno.
Si tratta dell’ennesima iniziativa di lotta in un settore che vede il Contratto Nazionale scaduto da oltre due anni, con le controparti, private e cooperative, ferme ad una proposta di incremento salariale di 40 euro.


Non è semplice scioperare nel Pulimento. Alle pressioni indebite delle aziende si aggiungono spesso quelle dei committenti, dato che la quasi
totalità del personale opera in appalti, pubblici e privati.
È con sconcerto che la Filcams/Cgil denuncia quanto accaduto oggi a Carpi nell’appalto degli asili comunali.
A fronte della forte adesione allo sciopero da parte delle lavoratrici di Manutencoop (che comunque garantiscono i servizi minimi essenziali, quali
la pulizia dei bagni), il Comune ha provveduto alla loro sostituzione con proprio personale.
Vista però l’indisponibilità delle dipendenti comunali degli asili (che sentitamente ringraziamo) a sostituire le scioperanti, sono stati utilizzati, per garantire la pulizia degli ambienti, dirigenti del Comune di Carpi e altre figure di alto livello.
Si è quindi ostacolato, da parte dell’Amministrazione carpigiana, il diritto allo sciopero, tentando di renderne nulli gli effetti.
Per il Comune di Carpi le lavoratrici degli appalti sono evidentemente lavoratrici di serie B.
Qualcuno può ipotizzare, ad esempio, l’utilizzo di dipendenti degli appalti per sostituire i lavoratori comunali in sciopero? Ovviamente no.
Quando i dipendenti comunali sono in sciopero le addette alle pulizie, non coinvolte, vengono messe in quella giornata in ferie, anche perché il
committente non paga.
Essere di serie B vuol dire, ad esempio, rischiare ad ogni gara d’appalto una riduzione del proprio orario individuale, già oggi spesso ai minimi
termini. Anche ciò determina stipendi mediamente attorno ai 600 euro mensili.
Per risolvere queste contraddizioni c’è una sola strada, che confidiamo l’Amministrazione carpigiana voglia percorrere.
Assuma alle proprie dipendenze le molte decine di lavoratrici degli appalti, superando situazioni che comprimono diritti e salario.
Tra gli effetti positivi ci sarà anche quello di evitare, almeno per il futuro, ulteriori figuracce.