Start Kragujevac è questo il titolo della mostra che inaugurerà il 27 aprile all’Officina delle Arti di via Brigata Reggio. Un progetto multidisciplinare attorno alla città di Kragujevac, la città serba gemellata con Reggio Emilia dal 2004. L’iniziativa è promossa da Assessorato Cultura, Assessorato Scuola Università Giovani e Reggio nel Mondo con la collaborazione di Gabella associazioni di idee.

Un progetto innovativo che nasce all’interno del percorso Fotografia Europea. Reggio Emilia 2007, un’indagine sulla città serba che si pone l’obiettivo di investigare gli aspetti sociali attraverso le discipline artistiche. Ed è proprio con l’ausilio di immagini, video, suoni e parole che Start Kragujevac si posiziona all’interno di Fotografia Europea, collegando alla mostra una serie di riflessioni e incontri per raccontare la città gemellata e il suo rapporto con Reggio.
Con questo spirito le 64 fotografie di Piero Bruno, le tre video installazioni di Telecitofono e la sonorizzazione affidata al Kragujevac Ensemble vogliono raccontare le storie di una città posta nel cuore dei Balcani, una terra che è stata travolta dai dieci anni di guerra e che oggi si pone l’obiettivo di ricostruire una comunità tradizionalmente multietnica. Storie semplici che vogliono documentare quel fitto legame di rapporti, persone, eventi e drammi che compongono un tessuto sociale e che lo rappresentano.

Il gemellaggio
Start Kragujevac è un racconto per immagini, suoni e parole di una città che è entrata in connessione con il nostro territorio. Il gemellaggio nasce da un’ispirazione di solidarietà, quando nella seconda parte degli anni ’90 l’associazione “Una montagna di aiuti” intrecciò quella di Kragujevac con una serie di progetti di sostegno alla popolazione.
Da qui al 2004, l’anno in cui l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia e quella di Kragujevac firmarono il gemellaggio, il passo è breve. Da allora sono stati diversi gli scambi e le iniziative che hanno visto le due città protagoniste, a partire dal protagonismo dei giovani e dei più piccoli: proprio negli ultimi anni sono stati avviati diversi progetti sulle dipendenze con Up, Sert e Ceis, sui giovani con i Gruppi Educativi Territoriali e Gabella, sulle scuole dell’infanzia con il centro Malaguzzi.
La storia
Kragujevac non è una città qualunque. Nel cuore dei Balcani, la città serba ha un ruolo determinante sia da un punto di vista economico che storico. Kragujevac infatti è conosciuta come la “Torino dei Balcani” perché è la sede della Zastava, l’industria automobilistica che detiene un record singolare: fu l’unica industria di un paese socialista che riuscì a inserirsi nella rete commerciale americana all’epoca della guerra fredda. Sempre la Zastava fu uno degli obiettivi strategici della guerra che disciolse l’ex Jugoslavia, minando il tessuto economico locale che vedeva un abitante su quattro impiegato all’interno degli stabilimenti, benché negli ultimi mesi la produzione sia ripresa grazie ad una partnership importante con Fiat.
Kragujevac fu anche teatro di una storia drammatica, avvenuta il 21 ottobre 1941 sotto il giogo nazista. Per smorzare la resistenza slava le truppe di Hitler riunirono 7mila persone sui colli di Kragujevac, un terzo della popolazione, che vennero trucidate in poco più di 48 ore. Fra i massacrati vi fu una intera generazione di ragazzi presi direttamente dalle scuole: il monumento in ricordo degli scolari uccisi è oggi simbolo della città.

Gli incontri
Accanto alla mostra sono stati realizzati una serie di appuntamenti per documentare, riflettere e approfondire i termini del gemellaggio. Domenica 29 aprile alle ore 19.30 nel quartiere di Rosta Nuova si esibirà il gruppo di musica balcanica Kragujevac Ensemble, il 16 maggio sarà ospite in Officina delle Arti il direttore del trimestrale East, Vittorio Borelli, che porterà una riflessione sull’economia e la politica tra Est e Ovest d’Europa. Gli appuntamenti si concluderanno il 24 maggio con una serata realizzata in collaborazione con Osservatorio Balcani con il giornalista Andrea Rossini che presenterà i documentari Dopo Srebrenica e Pianeta Zastava.