Nei giorni scorsi l’assessore provinciale alla Mobilità sostenibile, Luciano Gobbi, insieme al sindaco di Baiso Paolo Bargiacchi, al vicepresidente della Comunità montana Alberto Ovi, al capogruppo della Margherita in Consiglio provinciale Luigi Fioroni ed ai tecnici della Provincia ha compiuto un sopralluogo sulla Sp 486 ai viadotti sul fiume Secchia di Saltino (1.732 metri di lunghezza e 48 campate) e di Cerredolo (652 metri e 18 campate).

I due complessi manufatti sono oggetto, da quest’autunno, di una serie di complessi lavori a seguito dello stato di deterioramento del fondo stradale evidenziatosi soprattutto in corrispondenza dei giunti. Il progetto di manutenzione urgente predisposto dalla Provincia, per un importo complessivo di 515.000 euro, prevede il rifacimento dei giunti ed il restauro del cemento armato nei punti degradati, riscontrabili soprattutto in corrispondenza del passaggio dell’acqua piovana.

Proprio la delicatezza dell’intervento – che è stato affidato alla società Acis Srl di Santa Sofia e prevede anche opere di finitura e segnaletica – ha reso necessaria l’istituzione di un senso unico alternato, regolato da impianto semaforico, nel tratto di Sp 486 compreso tra i due viadotti, che rientra nel comune di Baiso.

“Per chi, quotidianamente, percorre la Provinciale si tratta certamente di un disagio, ma il provvedimento è assolutamente indispensabile per la sicurezza dei lavoratori e degli stessi automobilisti”, afferma l’assessore Gobbi.
L’intervento, oltretutto, si è reso ancora più problematico dopo che durante la sostituzione dei giunti sui due viadotti, a seguito dell’asportazione del conglomerato bituminoso, si è riscontrato uno stato di degrado, superiore a quanto previsto, della parte superficiale della soletta in cemento armato. Questa situazione, le cui cause sono da individuare nella scelta a suo tempo effettuata da Anas, che costruì negli anni Ottanta i due manufatti passati per competenza alla Provincia soltanto nel 2001, di non eseguire l’impermeabilizzazione della superficie dei viadotti, ha imposto una variante ai lavori in corso per impedire l’ossidazione progressiva dei ferri d’armatura e di creare una superficie stabile per la successiva posa dei giunti di dilatazione.

“Si è così dovuto dare priorità ad un intervento strutturale che prevede varie e complesse fasi, tra cui il getto di una cappa in cemento dello spessore medio di 4-5 centimetri finalizzata a ricostituire l’integrità della soletta e alla sua successiva impermeabilizzazione – continua l’assessore Gobbi – Proprio tale tipologia di lavori, seppur effettuati con continuità e con la massima celerità possibile, impongono all’impresa dei periodi di sospensione di alcuni giorni, in particolare dopo il getto del calcestruzzo, che deve essere inevitabilmente lasciato a riposo per poter maturare e risultare efficace. Eventuali pause non devono pertanto essere assolutamente interpretate come un abbandono del cantiere, ma come una gestione fisiologica dello stesso. La Provincia, come sempre, sta lavorando cercando di ridurre al minimo i disagi per gli automobilisti, ma anche per garantire un intervento efficace e in condizioni di massima sicurezza”.

Per quanto riguarda infine tempi e costi, il primo stralcio in fase di attuazione dovrebbe essere completato entro maggio mentre un secondo stralcio di opere – per ulteriori 90.000 euro – è già stato finanziato e andrà in appalto entro l’estate. “Questi due lotti non saranno comunque sufficienti ad intervenire su tutta la lunghezza dei viadotti, in considerazione dell’entità dello stato di degrado ereditato da Anas, pertanto stiamo ricercando le necessarie risorse aggiuntive, stimate in circa 1 milione di euro, per completare l’opera di risanamento, che in virtù dell’importanza dell’arteria viaria deve anche vedere il contributo della Regione Emilia Romagna”.