L’attività funebre esercitata a Reggio Emilia dalla Croce Verde è al centro di un’interrogazione di Gioenzo Renzi, del gruppo di Alleanza Nazionale, secondo il quale l’associazione in questione “utilizzando l’immagine diffusa di onlus, opera nel settore in un crescente ruolo di monopolio, beneficiando fra l’altro di esenzioni fiscali”.


Il consigliere riferisce che “su 3200 servizi funebri effettuati annualmente nella città del tricolore, quasi 1100 sono svolti dalla Croce Verde”, la quale gestisce, con 400 addetti giornalieri, anche il trasferimento dei degenti all’interno dell’ospedale Santa Maria Nuova”.

“Alla presenza capillare della Croce Verde, tale da consentire di conoscere tutto ciò che avviene all’interno dell’ospedale, compresi i decessi o le situazioni terminali”, evidenzia Renzi, “va aggiunta anche quella dei mezzi nei pressi del cortile dell’obitorio, che rappresentano una grave turbativa del mercato ed il mancato rispetto della legge regionale (L.r. 19/2004), che disciplina l’attività funebre di imprese pubbliche e private”.

Tale norma, ricorda il consigliere, stabilisce che l’attività funebre di tipo commerciale “deve essere tassativamente svolta” al di fuori delle strutture sanitarie pubbliche o private, dei locali di osservazione delle salme e delle aree cimiteriali.

“La situazione è stata oggetto di ripetute segnalazioni da parte del servizio di Polizia mortuaria del comune di Reggio alla direzione sanitaria dell’Arcispedale Santa Maria Nuova – rileva l’esponente di an – senza che però ciò l’abbia indotta ad attuare le doverose misure di controllo e a far cessare situazioni di commistione tra attività volontaria e attività d’impresa, presumibilmente svolta all’interno della struttura sanitaria.” Renzi chiede pertanto alla Giunta “quali urgenti ed indifferibili iniziative intenda assumere affinché vengano emanate disposizioni specifiche che riconducano la Croce Verde all’interno degli ambiti comportamentali ed operativi stabiliti dalla citata norma regionale e a chi ascrivere eventuali responsabilità in ordine alla tolleranza sin qui dimostrata dalla direzione sanitaria dell’ospedale reggiano”.