Si intensifica la mobilitazione dei dipendenti artigiani del settore moda (tessili-abbigliamento, calzature, pelli e cuoio, occhiali e lavanderie) per il rinnovo del contratto nazionale scaduto ormai dal 2000. Si tratta di 150.000 lavoratrici e lavoratori in Italia, dei quali circa 15.000 in Emilia Romagna (70% donne), occupati in imprese piccole e piccolissime (con una media di 6/8 addetti per impresa), con una busta paga media di 850 euro al 2° livello e 900 euro al 3° livello.

Dopo nove mesi di trattativa e in vista dell’incontro che avrà luogo il 28 marzo, Femca-Cisl, Filtea-Cgil e Uilta-Uil stanno realizzando una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e attivi regionali per sollecitare la positiva conclusione della vertenza e informare i lavoratori sull’andamento del confronto.
In Emilia Romagna i sindacati regionali di settore hanno organizzato un’assemblea regionale per domani, martedì 20 marzo, ore 9-12, presso la Camera del lavoro di Carpi, con l’intervento dei segretari nazionali dei tre sindacati che fanno parte della delegazione trattante.

Dopo anni di grave crisi, che ha determinato l’espulsione di migliaia di addetti (nel 2003 in Emilia Romagna erano 18.550, oggi ben 3.500 in meno), il settore moda è in lenta ripresa.
Il rinnovo del contratto nazionale, secondo i sindacati, è un passaggio fondamentale per favorire questa evoluzione positiva e per dare dignità e valore al lavoro dei dipendenti, già caricati di ritmi e orari stressanti e flessibilità estrema, mentre le Associazioni Artigiane puntano ad ulteriori richieste di forme di lavoro iperflessibile, senza riconoscere miglioramenti adeguati in termini di salario e di diritti.
L’assemblea di domani farà il punto della trattativa.