Martedì 20 febbraio, nella sede del Comune di Reggio Emilia, si è riunito il ‘Tavolo Tecnico Porta a Porta’ per valutare i risultati delle analisi qualitative effettuate sulle frazioni di rifiuti urbani raccolti nella Settima Circoscrizione con la sperimentazione del nuovo sistema ‘porta a porta’.

Hanno partecipato rappresentanti degli enti e associazioni previsti dalla delibera comunale di istituzione del Tavolo Tecnico: Osservatorio provinciale rifiuti, Enìa, Assessorato comunale Ambiente, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Asl, Ato, Idecom, Associazioni delle imprese (Coldiretti, Legacoop, cooperative sociali), Tavolo delle associazioni ambientali.
Le analisi qualitative sono state effettuate tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio da personale specializzato della società Enìa su campioni rappresentativi del materiale conferito dall’utenza, raccolti e analizzate secondo metodologie consolidate e sotto la supervisione dei rappresentanti della società Idecom, responsabile del progetto.

Le analisi miravano a verificare il grado di purezza e la composizione dello scarto (ovvero del conferimento improprio) presente nelle frazioni della raccolta differenziata che sono: secco (o “indifferenziato”); organico, plastica, carta, vetro (e alluminio). I risultati sono stati resi disponibili in forma analitica, cioè separatamente, per le tre principali categorie di utenze presenti nell’area identificabili attraverso la struttura urbanistica, le tipologie edilizie e l’attività prevalente negli insediamenti serviti.
Queste categorie sono state denominate utenze singole, dove la tipologia edilizia prevalente è costituita da case singole, bifamiliari o case a schiera (Forese); utenze condominiali dove prevalgono invece edifici a molti piani e/o più scale, destinati prevalentemente, ma non esclusivamente, ad abitazioni; utenze non domestiche, dove la destinazione d’uso prevalente degli edifici serviti non è abitativa, perché prevalgono uffici, studi professionali, laboratori, esercizi commerciali e pubblici esercizi.
I risultati delle analisi qualitative sono stati messi a confronto con i valori delle raccolte quantitative presi in considerazione nel corso del Tavolo Tecnico di martedì 13 febbraio perché l’analisi congiunta di questi dati consente una più accurata identificazione dei punti di forza e delle criticità della sperimentazione in corso.

Complessivamente i risultati delle analisi qualitative effettuate sono molto soddisfacenti. La media ponderata dell’impurezza presente nei campioni delle frazioni raccolte oscilla tra l’1,93 per cento di scarto presente nella frazione organica (un risultato decisamente buono, che consente un trattamento di tutto il materiale raccolto ai fini della produzione di compost di qualità), il 2,39 per cento presente nella frazione vetro e lattine e il 2,97 per cento di scarto presente nella raccolta di carta e cartone.
Anche la presenza di materiale organico nella frazione indifferenziata (presenza che rappresenta notoriamente un problema, sia se tale frazione viene conferita in discarica, sia se viene avviata a termovalorizzazione e/o a un ulteriore processo di selezione meccanica e di trattamento, con fermentazione aerobica o essiccazione del residuo organico) non supera complessivamente il 10,16 per cento, cioè è perfettamente compatibile, a norma di legge e di direttive europee, con tutte e tre queste destinazioni.
Unico punto di criticità, su cui si dovranno appuntare sia l’ulteriore riflessione del Tavolo Tecnico, sia le proposte di revisione e/o messa a punto del modello, è costituito dalla frazione plastica, che presenta, nel suo insieme, una percentuale di impurezza del 19,80 per cento, prossima a quel 20 per cento che rappresenta la soglia oltre la quale le aziende aderenti al consorzio Corepla non sono più disposte a ritirare e avviare a riciclo la frazione.

Questo dato va innanzitutto messo a confronto con il dato quantitativo della raccolta di questa frazione, che ha presentato un andamento anomalo, oscillando intorno a valori che, proiettati sull’intero anno, superano i 30 Kg di raccolta pro capite, con punte di 38,7 Kg a settembre: oltre il doppio degli obiettivi di progetto (15 Kg/anno pro capite), ma anche dei risultati raggiunti in anni di pratica nelle situazioni più virtuose del paese.
La ragione di questa anomalia può essere ricondotta alle seguenti cause:
1. di tutte le frazioni raccolte, la plastica è quella che presenta maggiori difficoltà di identificazione, in quanto: a) in molti articoli la plastica si presentano combinata con altri materiali; b) è spesso difficile identificare e ancor più non mischiare quello che è imballaggio (e come tale oggetto di raccolta differenziata che impegna il consorzio Corepla al suo ritiro) da ciò che imballaggio non è (giocattoli, gadget, stoviglie e strumenti usa e getta, ecc.); basti accennare alla difficoltà di separare, nei pressi di un distributore automatico di bibite calde e fredde, le bottiglie delle bibite (imballaggio) dai bicchieri (che non sono considerati imballaggio);
2. molti contenitori di plastica, soprattutto di alimenti, qualora non sciacquati prima del loro conferimento ai rifiuti, trattengono residui del loro contenuto che a volte pesano più del contenitore stesso e che comportano la classificazione di contenitore e contenuto tra gli scarti;
3. la raccolta della plastica è quella che ha imposto alla generalità degli utenti le maggiori modificazioni delle loro abitudini. Nonostante che la normativa preveda la raccolta differenziata di tutti gli imballaggi, fino a che essa veniva effettuata con cassonetti stradali, il conferimento effettuato dall’utenza riguardava quasi esclusivamente bottiglie e flaconi: anche grazie all’apposito imbocco del cassonetto, che mal si prestava al conferimento di altri materiali. Con il porta a porta, l’estensione della RD a tutti gli imballaggi in plastica crea, anche negli utenti più “esperti” e attenti, notevoli difficoltà di identificazione degli items; difficoltà che vanno evidentemente affrontate con adeguate campagne di informazione.

Guardando però più nel dettaglio i risultati delle analisi qualitative effettuate si riscontra che i dati rilevati presso le utenze singole presentano tutti valori dello scarto molto ridotti (da 0,53 per cento per il materiale organico – un risultato veramente eccezionale – a 2,69 per cento per la carta) mentre anche l’impurezza presente nella frazione della plastica non supera il 5,04 per cento: valore perfettamente compatibile con un alto standard di qualità della frazione.
Le cose cambiano notevolmente – ma solo per la plastica, perché la percentuale dello scarto presente nelle altre frazioni resta complessivamente molto basso – tra le cosiddette utenze condominiali e le utenze non domestiche, che presentano valori di impurezza della frazione plastica rispettivamente del 28,42 e del 36,78 per cento.

Questo dato di carattere qualitativo si sovrappone perfettamente ai dati quantitativi che vedevano nelle strutture condominiali e soprattutto nelle aree con prevalenza di utenze non domestiche percentuali di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti conferiti decisamente più bassi di quelle raggiunte presso le utenze singole.
Ciò è imputabile in primo luogo al fatto che, per motivi di forza maggiore, presso le utenze condominiali e i grandi complessi edilizi adibiti a uffici, vi è un maggiore ricorso a cassonetti comuni, non “personalizzati”, esposti a conferimenti abusivi da parte di estranei.
In secondo luogo, questa differenza è probabilmente dovuto a un minor grado di spirito civico e di controllo sociale riscontrabile in alcuni insediamenti condominiali, riconducibile a sua volta a situazioni di emarginazione e/o di conflitto che hanno cause di carattere sociale e culturale che sovrastano i problemi dell’igiene urbana e che vanno affrontati con un approccio integrato.
Ma una attenta analisi dei dati disponibili dimostra come la percentuale di impurezza della frazione plastica cresca con il crescere delle utenze non domestiche, che sono presenti negli insediamenti condominiali in misura sicuramente maggiore che tra le utenze singole, ma che sono assolutamente prevalenti nei contesti dove sono dominanti uffici, studi e imprese commerciali.
Ciò è sicuramente riconducibile al fatto che le campagne di comunicazione e di informazione sulla nuova metodologia di raccolta porta a porta hanno finora avuto come loro target privilegiato l’utenza domestica, mentre poco è stato fatto per fornire un’informazione mirata – e, eventualmente, metodologie di conferimento ad hoc – alle utenze non domestiche, distinguendo al loro interno le principali tipologie: imprese manifatturiere, che fruiscono per lo più di un servizio ad hoc e che non sembrano presentare particolari problemi; uffici, che richiedono l’adozione protocolli di conferimento già sperimentati altrove, stante che i rifiuti prodotti da queste utenze sono riconducibili a poche tipologie note; pubblici esercizi e negozi di alimentari, che presentano invece il più elevato grado di problematicità per l’eterogeneità degli scarti prodotti e i tempi stretti in cui sono tenuti ad operare; altri esercizi commerciali, che vanno inquadrati nelle loro specificità; ma, soprattutto, imprese di pulizia, che per lo più utilizzano personale straniero e precario, poco attento alle regole consolidate e che, facendo di fatto da intermediari tra le ditte che producono i rifiuti ed Enìa che li raccoglie, rischiano di funzionare più come un diaframma che non come un raccordo.
Tutte queste categorie di utenze richiedono pertanto strumenti di comunicazione, di monitoraggio ed eventualmente sistemi di incentivazione e penalizzazione mirati, sulla cui messa a punto cui sarà impegnato uno dei prossimi Tavoli Tecnici, dedicato alla comunicazione.

A conclusione di queste osservazioni non si può che ribadire che i risultati quali-quantitativi della raccolta porta a porta nella Settima Circoscrizione testimoniano, nel loro complesso, un livello decisamente elevato di efficacia della sperimentazione in corso.
I membri del Tavolo Tecnico sono stati unanimi nel valutare molto positivamente i risultati ottenuti: i dati evidenziano in modo incontrovertibile che complessivamente la cittadinanza Circoscrizione ha dimostrato una adesione piena e sostanziale alle regole del nuovo sistema di raccolta differenziata e ha risposto con diligenza, rigore e spirito collaborativo agli impegni che esso comporta. Ai cittadini-utenti della Settima Circoscrizione va il ringraziamento di tutti quanti i soggetti che in questi mesi sono stati impegnati nel mettere a punto, realizzare e monitorare il nuovo sistema: l’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia, Enìa, la società di progettazione Idecom, l’Arpa e l’OPR.