In caso di piena dei fiumi quali sono i compiti dei Comuni, dei Vigili del fuoco o della Prefettura? Per ogni situazione chi ha il compito di intervenire e per fare cosa? Le risposte a queste domande sono contenute nel Piano provinciale di emergenza di protezione civile per il rischio idraulico il cui aggiornamento è stato approvato dal Consiglio provinciale nei giorni scorsi; ha votato favore la maggioranza di centrosinistra con l’astensione del centrodestra.


Come ha illustrato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, il piano di emergenza “consente di gestire meglio gli eventi di piena dei fiumi Secchia, Panaro e Naviglio e di tutto il reticolo fluviale minore di pianura, garantendo più sicurezza. E’ soprattutto uno strumento di prevenzione con il quale vengono concordate le procedure operative da adottare, gli strumenti tecnici e le risorse a disposizione”.

La Provincia si era già dotata di un Piano di emergenza per il rischio idraulico, elaborato nel 2001, con il quale sono stati gestiti 15 eventi di piena verificatisi tra il 2001 e il 2006.
In particolare nel Piano sono state definite le procedure di comunicazione tra gli enti, relative all’approssimarsi di situazioni di potenziale rischio idraulico, le modalità di diffusione degli avvisi di criticità, delle allerta di protezione civile e la gestione delle fasi di monitoraggio e sorveglianza, prevenzione del rischio e gestione dell’emergenza.

Oltre a garantire un quadro più attuale ed efficiente, l’aggiornamento introduce importanti novità, in particolare aumenta le azioni rivolte alla previsione e al monitoraggio, e prevede un maggior coinvolgimento e coordinamento dei diversi soggetti istituzionali che si trovano, spesso contemporaneamente, ad affrontare le emergenze: Prefettura, Consorzi di bonifica, Agenzia interregionale del fiume Po, Servizio tecnico di bacino, Comuni, aziende di servizio e volontariato).