Restano in carcere Arturo Micari, informatico messinese di 51 anni, Vincenzo Campanile, giardiniere napoletano di 35 anni, e Ignazio Nicolai, operaio sardo di 46 anni, tutti domiciliati nel Modenese, fermati nei giorni scorsi dalla Polizia perchè ritenuti gli esecutori materiali del sequestro lampo di Vanessa Mussini.

Stamane in tribunale a Modena si è tenuta l’udienza di convalida: il gip non ha convalidato i tre fermi, in quanto non sussisteva il pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, ma ha emesso comunque un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei tre uomini, per il rischio di reiterazione del reato.

Dopo le ammissioni di Arturo Micari, affittuario dell’appartamento in cui è stata tenuta per qualche ora la ragazza, e l’auto in uso all’informatico, utilizzata per il sequestro, sarebbero arrivate le confessioni anche degli altri due esecutori del sequestro.
I rapitori avrebbero detto di aver fatto da una cabina telefonica le chiamate a Vanni Mussini, padre di Vanessa, per chiedergli il pagamento di un riscatto.

I tre uomini hanno compiuto diversi passi falsi: per esempio, di fronte alla ragazza uno di loro ha chiamato l’altro per nome; un altro ha tenuto addosso, durante il sequestro, una maglietta con il nome della ditta per cui lavorava. Ma proprio perchè i tre rapitori erano inesperti, secondo la Polizia potevano rivelarsi più pericolosi. Il sequestro avrebbe potuto anche finire tragicamente.
Le indagini proseguono per risalire anche a un eventuale complice o ideatore del piano.