Un Centro regionale contro le discriminazioni per monitorare, prevenire, sostenere progetti contro situazioni di svantaggio ai danni in particolare di persone straniere.

Centro, che sarà attivato entro il 2007, è il fulcro delle iniziative regionali contro la discriminazione, cui è stato dato il via con la firma di un protocollo d’intesa, siglato oggi, venerdì 26 gennaio, nella sala di Giunta della Regione Emilia-Romagna a Bologna.
Presenti il capo-dipartimento Diritti e pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, Silvia Della Monica, gli assessori regionali alla Scuola e Pari opportunità Paola Manzini ed alla
Promozione delle politiche sociali e Immigrazione, Anna Maria Dapporto, oltre al vice-presidente della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, Roland Jace ed ai rappresentanti
regionali di Pubbliche amministrazioni e del Terzo settore, organizzazioni sindacali e datoriali emiliano-romagnole.
Nell’ambito di quanto previsto dalla normativa vigente, e in concomitanza con l’inizio dell’Anno Europeo delle pari opportunità per tutti, l’Emilia-Romagna, prima tra le Regioni italiane, ha deciso di
avviare un Centro che si occuperà di consulenza e orientamento, di prevenzione delle potenziali situazioni di disparità, di monitoraggio e di
sostegno ai progetti e alle azioni volte ad eliminare le discriminazioni, specie se effettuate contro persone immigrate.

“Questo Centro – dice l’assessore Dapporto – significa valorizzare tutte le realtà presenti sul territorio, una rete composta in primo luogo da 129
sportelli informativi per stranieri di organizzazioni sindacali, patronati, associazioni ed altri soggetti. Una rete che già lavora, ma che verrà sicuramente potenziata e valorizzata dal Centro che nasce in seguito alla firma del Protocollo”.
“L’obiettivo – afferma l’assessore Paola Manzini – è quello di avere un punto di riferimento, relativamente alla verifica ed al monitoraggio degli
atteggiamenti discriminatori, e quindi alla loro valutazione per mettere in campo le politiche che possono consentire di ridurre ed allontanare le
pratiche di attività di carattere discriminatorio per sesso, razza, genere, religione e via dicendo. Noi ci auguriamo che questo possa essere un esempio di sperimentazione sulla quale poi costruire processi ulteriori che consolidino la pratica di coesione e di relazione sociale della nostra regione”.

Il Centro Regionale si baserà sulla messa in rete di sportelli e punti di riferimento già presenti in regione e conosciuti dalla cittadinanza, in
grado di rispondere alle diverse richieste e segnalazioni di potenziali discriminazioni e molestie subite in tutte le situazioni di comune convivenza (scuola, casa, accesso ai servizi ecc); particolare
attenzione sarà inoltre posta all’approccio di genere e alle discriminazioni multiple.
“Proprio questo mese comincia l’Anno Europeo delle pari opportunità – ha commentato Silvia Della Monica – e penso che questa iniziativa dell’Emilia-Romagna sia un’ottima partenza per l’intero nostro Paese”.

L’immigrazione in Emilia Romagna
L’immigrazione straniera in Emilia-Romagna è in una fase di crescita costante tale da raggiungere, al 31/12/2005, una presenza di 289.013 persone, pari al 6,9% della popolazione residente. La capacità di offerta di lavoro dell’Emilia-Romagna è tra i maggiori fattore di richiamo nei confronti dei cittadini di altri Paesi; sul totale delle assunzioni del 2004, oltre il 20% riguarda persone straniere e negli ambiti territoriali dove minore è il tasso di disoccupazione si riscontra una più marcata presenza di stranieri. Una gran parte di tali
unità lavorative è, soprattutto a partire dall’ultimo quinquennio, costituita da donne straniere impegnate prevalentemente nei servizi alla
persona e alle famiglie. La presenza femminile costituisce una quota quasi paritaria a quella maschile (al 31/12/2005 la percentuale di donne
migranti raggiungeva il 48,10% contro una presenza del 39,99% al 1/1/1995). A ciò contribuiscono i sempre più frequenti ricongiungimenti familiari. La presenza di numerose famiglie composta da stranieri
comporta una forte presenza di minori in età scolare e prescolare (nell’anno scolastico 2005/06 i minori stranieri rappresentavano l’9,54%
della popolazione scolastica complessiva).