Il rapporto presentato in questi giorni dal Tribunale dei Diritti del Malato sulle segnalazioni e denunce ricevute nel corso del 2006 conferma
alcune nostre preoccupazioni.


Disservizi e sfiducia cittadini. Utenti e famiglie fanno meno ricorso alla segnalazione dei disservizi e delle presunte carenze nei servizi sanitari e sociali modenesi, a causa di una crescente rassegnazione e sfiducia sulla possibilità di ottenere risposte soddisfacenti?
Se questa tendenza fosse confermata sarebbe l’aspetto maggiormente negativo e preoccupante, ancor più degli stessi disservizi.
Allora è un problema che tutti dobbiamo affrontare con decisione. Dalle Aziende Sanitarie, ai
Distretti, ai Comuni. Se c’è un deficit di fiducia nei cittadini, va recuperato con iniziative credibili e urgenti di ascolto e di intervento con misure efficaci. Serve maggiore attenzione ai percorsi ed ai tempi di attesa a cui sono costretti i cittadini in condizioni di bisogno e, soprattutto, attenzione alla qualità del rapporto e delle prestazioni.

Medici di famiglia. Anche le rilevazioni del tribunale del malato confermano l’assoluta necessità di coprire i larghi spazi non coperti dal
“medico di famiglia” o dalla guardia medica. Ottime tutte le iniziative dei medici che si “associano” in cooperativa per offrire risposte e visite ai pazienti in orari di chiusura dei normali ambulatori. Questa è la direzione giusta che l’Asl e l’Ordine dei Medici devono incentivare con iniziative concrete di sostegno e risorse.

Servizi per gli anziani. Il tribunale del malato dice “dito puntato contro la qualità dei servizi a fronte di rette elevate”. Sul controllo delle rette ed il loro massimo contenimento (o l’esenzione per i casi di maggior disagio economico) il Sindacato dei Pensionati è costantemente impegnato ed attento nel confronto negoziale con Comuni e Distretti. Negli ultimi anni le rette per le strutture residenziali e i centri diurni per anziani sono rimaste o invariate o con aumenti entro l’inflazione. Continueremo quindi a vigilare con la massima attenzione su questo fronte. C’è però il tema della qualità dei servizi e delle prestazioni. Riconosciamo che rispetto ad una “media” nazionale ed anche regionale, i servizi per gli anziani modenesi sono di buon livello. Le strutture comunali distribuite nel territorio offrono un’assistenza apprezzata dalle
famiglie. Si è però accentuato, negli ultimi decenni, un fenomeno che ha portato sempre più verso gestioni “esterne” al pubblico, appalti e convenzioni che non sempre garantiscono gli stessi livelli professionali.
Il Sindacato dei Pensionati ha posto tra i punti fondamentali delle richieste da porre nel confronto con Comuni e Distretti, proprio l’aspetto relativo al “controllo della qualità dei servizi e delle prestazioni agli anziani” nelle strutture e nell’assistenza domiciliare.
A parte l’esperienza consolidata nel Comune di Modena, in tutto il restante territorio provinciale, mancano “uffici qualità” che consentano un
monitoraggio attento e scientifico sugli ambienti, sulle prestazioni, sui trattamenti sanitari e -soprattutto – farmacologici agli anziani non
autosufficienti.
Questo “controllo qualità” anche quando lo si fa, come a Modena città, è ancora limitato alle strutture comunali, e non anche a quelle convenzionate o private. C’è però ancora tanto da fare e in fretta, coinvolgendo maggiormente gli
operatori, gli utenti, i Sindacati dei Pensionati, prevedendo un ruolo più diretto e responsabile dei medici di base e della ricerca e formazione
universitaria.

(Franco Zavatti, Segretario Provinciale Spi-Cgil Modena)