Dal novembre 2000 ad ottobre 2006 sono quasi 13mila e 500 i ragazzi che si sono sottoposti volontariamente al test con l’etilometro effettuati dagli operatori del progetto Buonalanotte nei locali notturni di Modena e provincia durante il fine settimana. Dopo il test gli operatori illustrano al giovane i risultati e i rischi a cui sottopone se stesso e chi è con lui, mettendosi alla guida sotto l’effetto di alcolici o di altre sostanze psicoattive.

Dal 2004 è sceso in campo anche “Bob” che premia con consumazioni analcoliche o biglietti d’ingresso gratuiti i giovani che si impegnano a restare sobri e a riportare a casa gli amici, cercando in questo modo di diffondere l’abitudine a non guidare se si è consumato alcol o altre sostanze. Bob e Buonalanotte sono interventi messi in campo dal Comune nell’ambito del “Piano d’azione per la promozione di attività di prevenzione negli spazi di intrattenimento” siglato nel 2000 da Comune, Prefettura, Provincia, Silb-Confcommercio e Acli, Aics, Arci, Endas con l’obiettivo di prevenire l’uso di sostanze stupefacenti nei locali frequentati dai giovani e di favorire le condizioni essenziali per contrastare il fenomeno degli incidenti stradali del dopo discoteca.

A sottolineare il valore e i risultati dell’accordo è l’assessore alle Politiche giovanili Elisa Romagnoli, sollecitata dall’interrogazione consiliare urgente presentata da Antonio Maienza (Udeur). Per la precisione il consigliere, “considerato che ogni anno sulle strade muoiono più di 30 modenesi e più di 2.000 restano feriti, tra cui molti giovani per i quali l’incidente stradale è la prima causa di morte, o postuma di invalidità permanente”, aveva chiesto “quali iniziative nell’ambito delle politiche giovanili vuole intraprendere il Comune, in sinergia con altri soggetti istituzionali, al fine di prevenire gli incidenti stradali e le cosiddette stragi del sabato sera e per garantire una maggiore sicurezza alle utenze deboli?”. Inoltre l’interrogante chiedeva “quali settori sono da istituire, potenziare, rilanciare, comunicare nell’ambito degli interventi strutturali, educativi, di vigilanza e controllo e di riduzione del danno, al fine di sensibilizzare, rinnovare una campagna d’azione seria, mirata, efficace e fruttuosa”.

Tra le azioni intraprese la Romagnoli ricorda anche “l’attività degli operatori in gruppi informali di ragazzi attraverso interventi di riflessione e prevenzione sull’uso di sostanze psicoattive, la somministrazione di questionari e interviste, l’utilizzo dell’etilometro e del driver test per verificare le abilità di guida dopo l’assunzione di sostanze, la distribuzione di materiale informativo, i video realizzati sul filo conduttore “se sballi non guidare, se guidi non sballare” trasmessi su tv e radio locali e in un caso anche nei cinema modenesi, uno spazio web sul sito www.stradanove.net dedicato ai giovani che fornisce informazioni di tipo sull’uso di sostanze ed i rischi connessi”. Un progetto promosso da Prefettura, Comune, Provincia, Silb-Confcommercio, Radio Bruno, RockNoWar e Consulta Provinciale degli Studenti di Modena ha invece portato in discoteca, durante l’orario scolastico, diverse centinaia di studenti per parlare con un medico del SerT delle problematiche legate al consumo di alcol, ecstasy e altre sostanze, e per discutere dei rischi sulle strade con il presidente dell’Associazione familiari vittime della strada. “Il senso dell’iniziativa – spiega la Romagnoli – era di utilizzare la discoteca da luogo del divertimento e della musica a tutto volume a luogo di confronto e di riflessione. Dal dicembre 2003 è stata anche avviata una collaborazione con due circoli giovanili della città e il Consorzio dei taxisti al fine di utilizzare i taxi della notte a prezzo agevolato per un ritorno a casa in sicurezza. Infine abbiamo sperimentato i “Bus della notte” per trasportare in discoteca e per far rientrare a casa in sicurezza i giovani modenesi”.

L’assessore spiega anche che dal 2002 nell’ambito dei Piani per la Salute è attivo il programma “Sicurezza stradale” che partendo dall’incidenza e dalle caratteristiche del fenomeno mette a sistema tutti gli interventi (strutturali, educativi, ecc) svolti nell’ambito comunale da diversi soggetti. E conclude con un’idea che viene dall’Inghilterra: “una bicicletta elettrica pieghevole che potrebbe consentire al gestore del locale di accompagnare a casa il giovane che ha bevuto troppo; stiamo verificando se l’idea è realizzabile in via sperimentale in una birreria di Modena”.

L’interrogazione viene trasformata in interpellanza da Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) che ritiene vada rivisto il regolamento che disciplina la sottrazione di punti dalla patente, facendo una distinzione tra chi i punti può recuperarli e chi invece si è reso responsabile di infrazioni particolarmente gravi che una volta reiterate non dovrebbero ammettere la reintegrazione dei punti “per non arrivare a restituire la patente a chi più di una volta ha causato incidenti per aver guidato in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti”.
“Sono aspetti sui cui si deve andare ad incidere – raccomanda Caropreso – come occorre incrementare con agevolazioni l’uso del taxi da parte dei giovani che hanno bevuto. In ultima analisi credo occorra anche arginare il fenomeno, sempre più diffuso, di automobilisti che imboccano l’autostrada nel senso contrario di marcia, magari prevedendo nuovi e più approfonditi esami di guida per le persone molto anziane, spesso protagoniste di tali episodi”.
Dante Mazzi (Forza Italia) stigmatizza il fatto che “nel biglietto d’ingresso dei locali è solitamente inclusa una consumazione senza distinzione se alcolica o no, il che porta spesso i giovani a scegliere la consumazione più costosa, quella alcolica” E parla quindi di scarsa “responsabilizzazione dei gestori”. Mazzi, dall’altra parte, ricorda invece la lettera inviata dall’ex questore di Modena ai genitori degli studenti delle scuole superiori: “un appello appassionato che metteva in luce i rischi in cui incorre chi fa uso di alcol e droghe; il questore metteva a fuoco il problema, riconoscendo nell’alcol e nelle droghe, soprattutto in quelle sintetiche, le sostanze a cui i giovani fanno sempre più ricorso”.
Per Sergio Rusticali (Sdi) “30 morti e 2000 feriti all’anno a Modena sono dati su cui riflettere e per quanto si faccia probabilmente non sarà mai sufficiente, ma il dato positivo è che sulle fasce giovanili, le più colpite dal problema, si può intervenire contemporaneamente e in molti modi diversi”. “Per esempio – afferma – si deve partire dalla scuola come primo livello educativo dove imparare a come comportarsi sulle strade. Ma è anche vero che ancora poco fanno i gestori di locali e infine occorrono i provvedimenti nazionali, come la modifica del codice stradale che posticipa l’età in cui si possono guidare auto di grossa cilindrata”.

Ivo Esposito (Forza Italia) suggerisce quelle che secondo lui sono le soluzioni al problema: “organizzare un servizio di bus verso le discoteche e pubblicizzarlo presso gli stessi locali, non far pagare il biglietto d’ingresso del locale al giovane che si offre di guidare la pool car e non beve, ma soprattutto dicendo no alla cultura dello sballo con campagne di sensibilizzazione che devono vedere il Comune come promotore di accordi con i gestori”.

Michele Barcaiuolo (Alleanza Nazionale) insiste “sulla necessità di cambiare la cultura dei giovani che spesso sono anche gli organizzatori delle serate, mentre il gestore è molto dietro alle quinte”. “E una battaglia culturale non si fa con i volantini – afferma il consigliere – servono figure di “educatori di sala” che sappiano valutare e consigliare se è il caso di mettersi alla guida. Inoltre devono intervenire i provvedimenti nazionali: la proposta della ministra Turco di aumentare la soglia dell’uso personale di stupefanti è sbagliata, anche perché dà un segnale negativo. C’è una sostanziale differenza tra alcol e droghe”.

Anna Rosa Fino (Società Civile) aggiunge che “va fatto tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora: la promozione, l’educazione a scuola, la sensibilizzazione, l’azione dei gestori, ma non dobbiamo dimenticare il ruolo decisivo della famiglia nell’educazione e nella responsabilizzazione dei ragazzi che oggi iniziano a darsi all’alcol prestissimo”.

Antonio Maienza (Udeur), conclude sollecitando “a non abbassare la guardia. Occorre – dice – soprattutto difendere e promuovere il valore della vita contro quello della morte, perché se la nostra opera di prevenzione sarà servita a salvare anche solo una vita umana, non sarà stata vana”.
“Credo assessore – aggiunge – che il suo impegno non debba fermarsi al programma esposto, ma debba cercare un’azione congiunta con gli assessorati alla Polizia Municipale e all’Istruzione per attualizzare, estendere e promuovere l’importante accordo tra istituzioni, forze dell’ordine e gestori dei locali da ballo già citato”.