Tre poliziotti sono coinvolti in un’indagine condotta dalla Questura di Modena che ha preso il via dopo una rapina in una gioielleria e alcuni furti messi a segno a Modena all’ inizio del 2006. Gli agenti conducevano una vita parallela: una da poliziotti, l’altra da organizzatori di rapine dentro una banda insieme a pregiudicati e professionisti del crimine.


Due agenti della questura di Modena e uno in servizio a Napoli sono finiti nel mirino di un’indagine condotta dai colleghi della squadra mobile modenese. I due agenti modenesi sono stati sospesi dal servizio e denunciati per rapina aggravata. In carcere è finito il loro collega napoletano.

L’indagine è partita in seguito a una rapina di cui è stato vittima un gioielliere modenese, all’uscita del suo negozio. Rapina compiuta solo a metà, visto che al commerciante venne sottratto un orologio. I sospetti sui poliziotti iniziarono a nascere a luglio e, dopo una serie di intercettazioni telefoniche, disposte anche dopo una falsa segnalazione al 113 di una rapina di cui sarebbe stato autore un pregiudicato modenese, poi scoperto in contatto con i poliziotti indagati, nei giorni scorsi i due sono stati fermati.

Interrogati dal magistrato che coordina l’inchiesta, i poliziotti avrebbero già pienamente confessato. Gli autori materiali della rapina sarebbero stati quattro pregiudicati napoletani, uno e’ gia’ in carcere, gli altri sono ricercati, reclutati dall’agente campano, in servizio alla polizia giudiziaria di Napoli.

Il ruolo dei due poliziotti di Modena, insieme al presunto ‘basista’, il nomade pregiudicato con cui erano in contatto, sarebbe, secondo gli inquirenti, quello di organizzare i colpi e fornire le necessarie coperture. L’ipotesi investigativa a cui sta lavorando la polizia è che la banda sarebbe coinvolta anche in altre rapine e attività criminali.