Malumori tra i circa mille lavoratori della Case New Holland di Modena per la decisione dell’azienda di rilevare, cronometro alla mano, i tempi di lavoro degli addetti di un reparto in cui è in corso una sperimentazione.

“È un metodo inaccettabile e non previsto dall’accordo specifico raggiunto su questa sperimentazione – affermano le Rsu dello stabilimento CNH di via Pico della Mirandola – Chiediamo all’azienda di interrompere la rilevazione dei tempi di lavoro e rivedere l’esperimento che, per sua stessa ammissione, non sta producendo i risultati sperati”.

La sperimentazione in questione è ispirata alla filosofia “kaizen” (parola giapponese che significa miglioramento continuo) e ha l’obiettivo di migliorare il processo produttivo, ridurre gli scarti di lavorazione, aumentare la crescita professionale dei lavoratori di tutto il gruppo Fiat.

“Alla Case New Holland di Modena è cominciata in settembre con il consenso del sindacato, che ha accettato la sfida pur non avendo dimenticato analoghe esperienze già fallite in passato (dai “circoli di qualità” degli anni Ottanta alla “fabbrica integrata” degli anni Novanta) – spiegano le Rsu –
Il metodo kaizen è stato applicato al reparto idraulico, nel quale i venti addetti hanno accettato di passare dal lavoro al banco a quello a ciclo continuo. Purtroppo il metodo non funziona, la produzione è calata del 40 per cento e gli scarti non diminuiscono. Per l’azienda la colpa è sempre e solo dei lavoratori”.

Secondo i sindacati, invece, proprio come prevede del resto la filosofia “kaizen”, dovrebbe verificare e migliorare la qualità del materiale che arriva dai fornitori e che viene successivamente trasformato dai macchinari di altri reparti, sulla cui efficienza si nutrono dubbi. Inoltre le Rsu rimproverano alla CNH di voler condizionare la formazione e il funzionamento del gruppo di lavoro misto costituito un mese fa presso la sede della Confindustria Modena per valutare l’andamento della sperimentazione e far emergere eventuali problematiche entro febbraio.

“Purtroppo all’azienda interessa esclusivamente la produttività, mentre non sembra voler perseguire anche la diminuzione degli sprechi e la crescita professionale dei lavoratori, che pure sono obiettivi dichiarati del metodo kaizen. A queste condizioni qualsiasi sperimentazione è destinata al fallimento e a peggiorare il clima complessivo dello stabilimento, anziché migliorarlo. Chiediamo, quindi, un cambio radicale di mentalità da parte aziendale che consenta di valorizzare realmente il coinvolgimento e la professionalità dei lavoratori per ottenere – concludono le rappresentanze sindacali unitarie CNH – una migliore qualità del prodotto”.