La Galleria Civica potrebbe impegnarsi nella realizzazione di un fondo incentrato sul rapporto tra spiritualità e arte contemporanea, un fondo dedicato e ispirato all’azione di un grande collezionista modenese, Carlo Cattelani, e che potrebbe prendere il via proprio dall’acquisizione di alcune delle opere da lui raccolte, patrimonio ora custodito dal figlio.

La proposta viene dall’assessore alla Cultura Mario Lugli che, dopo averne parlato con la direttrice della Galleria Civica, Angela Vettese, l’ha portata alla conoscenza del Consiglio comunale, rispondendo all’interrogazione del consigliere Alberto Caldana (Margherita).

Caldana aveva ricordato come Cattelani avesse coniugato l’amore per Dio con l’amore per l’arte, distinguendosi quale figura del tutto singolare di collezionista con una forte connotazione spirituale. Il consigliere ha inoltre ricordato come la mostra “L’arte di Dio. La scommessa di Carlo Cattelani”, uno degli appuntamenti principali del IV Convegno della Chiesa italiana svoltosi di recente a Verona, fosse dedicato proprio all’opera del nostro concittadino. E concludeva chiedendo come l’amministrazione intendesse ricordare e valorizzare “l’opera di un modenese di cui andare fieri”.
“Cattelani è stato un collezionista ma anche un ispiratore e uno stimolatore d’arte sacra – ha aggiunto l’assessore – perché ha portato artisti che propriamente non avevano un’ispirazione religiosa a confrontarsi con temi religiosi, con risultati straordinari. Fondamentale è stato il percorso di ricerca da lui compiuto in merito al rapporto tra arte contemporanea e fede cristiana. Fu tra i primi a recarsi negli Stati Uniti per entrare in contatto con la grande pittura americana contemporanea e non gli mancarono le occasioni per collaborare con la Galleria Civica: innanzitutto nel ’76 con la mostra ‘Cronaca’ che metteva a confronto gli esiti della pittura europea con la pittura americana, occasione in cui Cattellani prestò alcune grandi opere di Frank Stella, Morris Louis, Cy Twombly e altri. Una collaborazione che continuò anche successivamente e che dopo la sua scomparsa il figlio portò avanti con una grande installazione nello spazio antistante la Palazzina Vigarani. Inoltre la direttrice della Galleria Civica di Modena, è una delle maggiori estimatrici di Cattelani che ha conosciuto personalmente”.
“Escluderei la possibilità di riproporre una mostra già fatta in una città a noi vicina e a così breve spazio di tempo – ha spiegato l’assessore – mentre penso che sarebbe alquanto opportuno intitolargli una sala della Galleria Civica o ancor meglio una strada della città, quindi qualcosa che ne attesti il valore non solo nei luoghi deputati all’arte. Si può giustamente pensare di andare anche oltre dedicando uno dei fondi della Galleria Civica “all’intreccio tra arte contemporanea e spiritualità, tema in cui Modena, con Cattelani, ha lasciato un segno indelebile. La mostra sui Lama del Tibet ‘Il terzo occhio’ di Melina Mulas, già acquisita dalla Galleria, ne potrebbe rappresentare un primo nucleo da arricchire ovviamente con ulteriori acquisizioni”.

Il consigliere Achille Caropreso (Gruppo Indipendente), intervenuto nel dibattito ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, portando l’esempio di un’altra figura di modenese illustre che rischia di essere trascurato dalla propria città: “Lo scrittore Guido Cavani, autore tra l’altro del romanzo “Zelio Cotter” edito da Feltrinelli con prefazione firmata da Pier Paolo Pasolini.

Il consigliere Giuseppe Campana sottolinea di aver conosciuto Carlo Cattelani: “La sua curiosità intellettuale lo portava spesso ai dibattiti della Fondazione S. Carlo a cui portava uno contributo sempre personale e sentito. Trovo importante che attraverso la riconoscenza e il riconoscimento a Cattelani si riesca a tematizzare, attraverso un’attività di elaborazione culturale in forme da definire, un’arte che non si può più chiamare sacra ma che è sicuramente spirituale”.

Soddisfatto si è dichiarato il consigliere Alberto Caldana “soprattutto per l’idea di un fondo artistico che ponga come elemento centrale la trascendenza”.