“Nel dibattito sulla Finanziaria assistiamo a una situazione paradossale. Le categorie che stanno meglio si stracciano le vesti, mentre quelle che stanno peggio (pensionati, incapienti, non autosufficienti) non emettono voce, benché la Finanziaria ignori completamente i loro problemi”.


Lo afferma Pietro Pifferi, segretario provinciale del sindacato pensionati Fnp-Cisl, il quale invita anche la Regione e gli enti locali modenesi a evitare ulteriori imposizioni fiscali che i pensionati modenesi non reggerebbero.

Pifferi ricorda che l’importo delle pensioni non viene rivalutato da 14 anni, periodo durante il quale i pensionati hanno perso un terzo del loro potere d’acquisto.
“Nonostante l’art. 11 del decreto legislativo 503/92 equipari giuridicamente i pensionati agli operai e impiegati ai fini della perequazione automatica di salari e pensioni, queste ultime non vengono adeguate dal 1992 all’aumento del costo della vita. Lo stesso taglio del cuneo fiscale – continua il segretario della Fnp – appare iniquo, se si considera che andrà a vantaggio delle imprese e dei lavoratori attivi, ma non dei pensionati”.

Il sindacalista Cisl punta, poi, il dito sulla mancanza di interventi a favore degli incapienti (coloro che hanno redditi inferiori alla soglia minima tassabile) e sulla cifra stanziata per i non autosufficienti: appena 50 milioni di euro, a fronte dei 40 milioni destinati al fondo per lo spettacolo.
“Come si fa a non ribellarsi davanti a scelte di questo tipo, che suscitano sdegno nelle persone di buon senso? Noi chiamiamo i pensionati alla mobilitazione nazionale organizzata per il 30 ottobre a Roma non con l’obiettivo di far cadere il governo, ma di spingerlo a modificare la Finanziaria in modo più equo e – conclude il segretario della Fnp-Cisl – e a occuparsi concretamente dei ceti più deboli”.