Intervenendo oggi all’apertura dell’anno scolastico alla ‘Sandro Pertini’ (dove è stata scoperta una targa in ricordo del Presidente cui la scuola è intitolata), l’assessore Iuna Sassi (scuola, università e giovani) ha rivolto ad alunni, genitori
e personale scolastico il seguente saluto.

“Un saluto affettuoso a voi e, tramite voi, simbolicamente a tutti i bambini e ragazzi di
Reggio Emilia che iniziano oggi un nuovo anno scolastico, un saluto alle vostre famiglie, ai vostri insegnanti e a tutto il personale della scuola, cui auguro un sereno anno scolastico. È importante inaugurare l’anno con una cerimonia che ne sottolinei il valore per gli individui e per la società.
L’iniziativa assunta dalla Quinta Circoscrizione, in accordo con la scuola e con le associazioni partigiane, è assolutamente condivisibile perché riporta la vostra attenzione di nuovi alunni sulla denominazione dell’Istituto stesso e sulla memoria storica. Una proposta che potremmo lanciare ad ogni scuola.
Ed allora, far conoscere agli alunni il personaggio cui è intitolata la scuola è come riscoprirne un pezzo di storia: perché Sandro Pertini e chi era?
Certamente Sandro Pertini è stato il Presidente della Repubblica più amato e rispettato dagli
italiani per la rettitudine dimostrata in tutta la sua vita di giovane antifascista prima, di prigioniero poi, di parlamentare, di presidente della Camera dei Deputati ed infine di Presidente della Repubblica e senatore a vita.
C’è un episodio che ritengo possa farvi comprendere la sua intransigenza. Rinchiuso nelle
prigioni perché oppositore al regime fascista, si ammalò gravemente. La madre chiese la grazia per lui. Sandro Pertini respinse la domanda e rispose in toni durissimi alla madre che aveva intrapreso quella richiesta. Solo alla caduta del fascismo, nel 1943, Pertini riacquist la libertà, dopo quattordici anni di prigione e confino. Nonostante la lunga prigionia visse fino a 94 anni, morendo nel 1990.
Simbolo della lotta per la democrazia e dell’unità nazionale è stata una figura simbolo di tutto il Novecento. È giusto che gli alunni di questa scuola e le loro famiglie, soprattutto se arrivano da altri paesi del mondo, possano conoscere la figura di questo grande simbolo della democrazia del nostro paese”.