Da Federfarma una lettera aperta indirizzata al Ministro della Salute, Livia Turco, che sarà domani a Modena.


“Egregio signor Ministro Livia Turco,
desideriamo prima di tutta esprimerle il nostro apprezzamento per l’apertura alle richieste avanzate da Federfarma, che ha permesso a fine luglio di sbloccare una situazione difficile. Per questa ragione, nella convinzione di trovare in Lei un attento interlocutore, come Federfarma Modena, ci permettiamo di sottoporle alcuni spunti ( di riflessione) che auspichiamo possano essere utili per fare il punto della situazione ed avviare un confronto sul futuro della farmacia, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, come presidio di cui va salvaguardato il ruolo a tutela del diritto alla salute costituzionalmente garantito.
La nostra categoria ha la consapevolezza che occorre il coraggio di mettersi in discussione e di assumere un atteggiamento ancora più propositivo per valorizzare la propria funzione, al servizio della collettività. Crediamo, prima di tutto, che qualunque tipo di dibattito o confronto debba partire da un presupposto imprescindibile: nella gerarchia delle priorità deve esserci al vertice la tutela della salute, senza subordinare questo diritto costituzionale a valutazioni di carattere esclusivamente economico. Sappiamo, appartiene al nostro vivere quotidiano, che in molti casi il prezzo dei farmaci è esoso, soprattutto rispetto ad altri paesi europei. Si pone quindi la necessità di intervenire sulla filiera che porta alla determinazione del prezzo finale, rivedendo, se possibile, le modalità attraverso le quali viene fissato. Non si tratta solo di dichiarazioni di principio. Federfarma Modena da subito, ma non eravamo certo i soli, sapendo che il cittadino non può sopportare i tempi di scelte complesse e che necessariamente non possono essere prese in fretta, si è impegnata nell’applicazione degli sconti previsti dalla Legge, ottenendo risultati lusinghieri, tanto da porre la provincia di Modena tra quelle che hanno conseguito i risultati più significativi.
Lei, signor Ministro, è sicuramente al corrente del fatto che quella degli sconti è una strada che non condividiamo, perché rischia di associare il farmaco ad un qualunque altro bene di consumo, ma anche noi farmacisti abbiamo la consapevolezza, entrando in contatto quotidianamente con tante persone, che ognuno deve fare la propria parte. Restiamo dell’avviso che il farmaco debba rimanere nella farmacia, dove, oltre alla professionalità ed all’esperienza del farmacista, si possono trovare una serie di garanzie aggiuntive. Questo non significa che non debbano esserci eccezioni, quanto piuttosto che si debbono creare gli strumenti di controllo preventivo per evitare che si incentivi un uso non appropriato dei farmaci, che può sfociare in un abuso.

Come detto vorremmo continuare a fare la nostra parte anche in futuro con l’orgoglio e la consapevolezza di svolgere una professione dall’importante valore sociale, migliorandoci, arricchendo ed integrando i servizi che già oggi offriamo attraverso le nostre farmacie. In Emilia Romagna, in particolare, grazie ad un lavoro di squadra che ci ha visto collaborare con gli Enti Pubblici, con le associazioni dei consumatori, con i rappresentanti delle associazioni sindacali, siamo risusciti a fare cose importanti per migliorare la qualità dei servizi, nell’interesse della collettività: le prenotazioni degli esami specialistici via web (dall’inizio dell’anno ben 150 mila), la consegna dei farmaci a domicilio nel caso di persone che vivono una situazione di particolare disagio, interventi di educazione sanitaria, per citare solo alcuni esempi.
In altre parole, lavorando insieme, vorremmo dare ancora maggiore spessore al modello di farmacia, che si riassume nella definizione “Farmacia dei Servizi “ e che passa attraverso la piena realizzazione, come scritto nell’accordo da lei sottoscritto con Federfarma, del rilancio della farmacia quale presidio insostituibile del servizio sanitario nazionale anche attraverso l’ampliamento delle sue funzioni di assistenza al cittadino nell’ambito delle strutture e dei servizi della medicina territoriale.
Tutto questo però rischia di potere essere realizzato solo parzialmente, se non addirittura di naufragare, se si smantella il solido sistema organizzativo che ne costituisce le fondamenta. La presenza capillare su tutto il territorio delle farmacie come garanzia dell’accessibilità del servizio e di un trattamento uguale per tutti i cittadini, 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno, è il frutto di regole che assicurano un equilibrio che, nella sostanza e nella qualità, deve essere mantenuto e che deve ispirare anche le decisioni future. La pianta organica va vista in quest’ottica, come strumento di tutela di cittadini, altrimenti si rischia di avere una approccio parziale al problema. Fondamentale, in questo scenario, perciò, è evitare che i nuovi corner della salute, previsti dal Decreto Bersani, possano trasformarsi in farmacie a tutti gli effetti, perché i contraccolpi su un sistema che funziona potrebbero essere molto pesanti e le conseguenze negative si andrebbero a ripercuotere sull’intera collettività.
Contestualmente è indispensabile rinnovare la convenzione prevedendo tra l’altro servizi al cittadino quali “lo sportello sociale”e l’assistenza domiciliare integrata e rafforzare nel contempo il rapporto con le regioni.
Convinti che insieme si possa lavorare per migliorare ancora, mettiamo a disposizione la nostra esperienza certi che obiettivo comune sia la tutela della salute di tutti i cittadini.
Distinti saluti”.

Presidente Federfarma Modena
Silvana Casale