Sulla proposta di questi giorni, per una tassazione separata delle rendite da locazione (indicativamente al 20%), il Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari), ritiene che sia positivoche finalmente il Governo si impegni per trovare risorse consistenti per le
politiche abitative.


Ma è bene chiarire subito che per un reale rilancio del mercato della locazione con l’obiettivo di garantire una casa a prezzi sopportabili alle
famiglie italiane, è indispensabile utilizzare in maniera oculata la leva fiscale.

Se si vuole abbassare il livello degli affitti occorre una nuova e variabile tassazione dei proventi da affitto:
· sarebbe infatti un sostegno importante introdurre una tassazione più leggera sui contrattati a canone agevolato
· sarebbe invece sbagliato introdurre una aliquota fiscale unica per tutte le forme contrattuali, senza alcuna distinzione tra contrattati a canone
agevolato, contratti a canone libero, contratti uso foresteria, contratti transitori, ecc…
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D’altronde, una aliquota fiscale unica, anziché incentivare l’utilizzo dei contrattati a canone agevolato, produrrebbe l’effetto indesi-derato di
cancellarne la convenienza e renderli ancora più marginali rispetto all’utilizzo del libero mercato.

Invece che “provvedimento virtuoso”, diventerebbe un provvedimento vizioso e incapace di combattere il caro affitto.

Sunia aggiunge che per affrontare la questione abitativa, serve però un approccio globale e non interventi frammentari e privi di una visione
d’insieme.
E’ quello che mezzo milione di cittadini hanno chiesto con la petizione popolare consegnata al Presidente della Repubblica due anni fa: per
affrontare seriamente il disagio abitativo sono necessarie risorse adeguate, un grande piano di edilizia sociale, lotta all’evasione fiscale nel settore, una riforma del regime delle locazioni che, senza tornare al vincolismo, restituisca un reale potere contrattuale agli inquilini nella
determinazione dei canoni e delle regole.