No all’aliquota unica del 20 per cento, sì a una rimodulazione della tassazione sulla casa utilizzando il meccanismo dell’abbattimento dell’imponibile. Lo dice il sindacato inquilini Sicet-Cisl di Modena dopo la proposta del governo di modificare l’imposizione fiscale sui canoni di locazione.

“Non concordiamo con le posizioni espresse oggi dall’Asppi (Associazione piccoli proprietari immobiliari). Per noi – spiega il segretario provinciale del Sicet Luciano Torri – non è giusto togliere la progressività dell’imposta tassando con la stessa percentuale la rendita del proprietario di un appartamento e quello che di alloggi ne possiede cento o più. Piuttosto deve essere prevista la possibilità di dedurre il canone dai redditi dell’inquilino al fine di provocare un conflitto d’interessi reale e creare la possibilità di controlli incrociati tra il reddito dichiarato dal proprietario e l’affitto effettivamente incassato. A Modena ci sono condomini-alveari in cui si chiedono fino a 600 euro al mese per alloggi di 27 mq, ma al fisco i proprietari dichiarano meno della metà”.

A questo proposito il segretario degli inquilini Cisl ricorda che a Modena sono in aumento sia l’evasione fiscale che la morosità. Con stipendi che a stento arrivano ai 1.200 euro mensili ci sono centinaia di famiglie che non riescono a pagare i 750-800 euro (più le spese condominiali) richiesti per un appartamento di 70 metri quadrati. Inoltre l’assenza di una vera politica abitativa non frena il costo delle aree edificabili, che in città vanno da un minimo di 700 fino a mille euro al metro.
Per il Sicet, dunque, la riforma della tassazione sulla casa va posta all’interno di un provvedimento più complessivo che preveda una sostanziale riforma della legge 431/98 sulle locazioni abitative.

“Ciò che serve è una normativa di regolazione dell’esecuzione degli sfratti che garantisca il passaggio da casa a casa e una legge quadro nazionale sull’edilizia residenziale pubblica. Solo in questo ambito – dice Torri – è auspicabile anche una diversa tassazione dei redditi da locazione abitativa. Il Sicet, comunque, ribadisce la richiesta, più volte avanzata, di aprire un tavolo di negoziazione tra il governo e le associazioni degli inquilini maggiormente rappresentative al fine – concludono gli inquilini Cisl – di giungere alla definizione concordata di una politica abitativa”.