Stanno proseguendo i lavori di ricostruzione delle tre scuole dell’infanzia che il Tavolo provinciale di coordinamento di Reggio Emilia, assieme alle Province di Parma e Rimini, sta realizzando in Sri Lanka, nel distretto di Trincomalee.

Ogni Provincia si occupa di seguire da vicino la costruzione di una delle tre pre-school: Reggio interviene nel villaggio di Poonogar, Parma in quello di Mavadichchenaiv, Rimini in quello di Nallur.

Come noto il protocollo affida al Tavolo del lavoro l’onere di sostenere il 50% dei costi relativi alla realizzazione del primo dei progetti previsti. La ricostruzione delle tre scuole, con la fornitura di attrezzature e biciclette, rappresenta infatti il primo stralcio di un intervento più ampio. La Provincia di Reggio Emilia ha raccolto circa 240mila euro, somme analoghe sono state raccolte anche dalle provincie di Parma e Rimini, e questo permetterà di intervenire anche in altre parti del territorio colpite dallo tsunami

Nei giorni scorsi l’ong GVC, partner nel progetto di ricostruzione a Trincomalee, ha aggiornato l’Ufficio Politiche comunitarie e Rapporrti internazionali della Provincia di Reggio sullo stato di avanzamento dei lavori, la cui conclusione era inizialmente prevista per la fine di agosto. “Il progressivo deteriorarsi della situazione politica in Sri Lanka fra le forze militari governative e le forze del LTTE, a seguito delle elezioni politiche del novembre scorso, ha però comportato ritardi che implicano un posticipo del termine ultimo di progetto tra settembre e novembre, comunque prima della stagione dei monsoni”, avverte GVC nel suo ultimo report, sottolinenando che “la situazione è peggiorata dal mese di aprile, quando l’assassinio di un leader politico moderato tamil all’interno di una banca di Trincomalee ha innescato una nuova fase di violenza culminata con le esplosioni in prossimità del mercato di Trincomalee nel corso delle quali sono rimasti uccisi 15 civili e sono stati incendiati 20 negozi e 50
abitazioni”, tanto che “tutte le organizzazioni umanitarie, su suggerimento delle rispettive ambasciate e agenzie di appartenenza, hanno evacuato la città di Trincomalee e le aree più calde del distretto”. Soltanto a inizio maggio le attività “sono lentamente riprese in maniera cauta e ridotta, ma la situazione è rimasta complessivamente tesa e si sono intensificati i bombardamenti della Marina dello Sri Lanka verso le postazioni del LTTE nelle zone intorno a Muthur, attacchi che hanno provocato lo spostamento di migliaia di sfollati verso le aree del nostro intervento”.

La difficile situazione politica dell’area ha dunque ritardato la realizzazione delle strutture previste, in quanto ha reso non solo incerta la sicurezza nell’area, ma ha anche implicato enormi difficoltà nel trasportare i materiali da costruzione nell’area così come far arrivare da Trincomalee la manodopera qualificata necessaria e disponibile a lavorare nella zona. Pur tra tutte queste difficoltà, i progetti stanno tuttavia procedendo e per tutte e tre le scuole si è già provveduto a scavare le fondamenta e a costruire le colonne portanti: attualmente si sta realizzando la struttura muraria e si sta effettuando l’intonacatura. Già pronti anche alcuni equipaggiamenti previsti dal progetto (biciclette, pompe, attrezzature parco giochi), mentre il materiale didattico verrà acquistato e distribuito non appena sarà conclusa la fase costruttiva.

“Nonostante la situazione politica sia peggiorata a causa della violazione di fatto degli accordi presi nel 2002 da parte di entrambi gli schieramenti, prevediamo comunque la conclusione dei lavori infrastrutturali e di distribuzione degli equipaggiamenti prima dell’inizio della stagione monsonica, quindi nel mese di novembre, probabilmente già a settembre se la situazione dovesse rimanere stabile, con la conseguente possibilità di uomini e merci di accedere ai cantieri”, afferma GVC.

Il progetto di aiuti al Sud Est asiatico, come noto, è nato pochi giorni dopo il verificarsi della tragedia dello tsunami, il 26 dicembre 2004, quando la Provincia di Reggio Emilia, assieme ai Comuni, alle associazioni del territorio, ai singoli cittadini e al Tavolo del lavoro, ha prontamente messo in piedi un progetto che non intervenisse tanto sull’emergenza, quanto sulla ricostruzione e il ripristino della normalità nelle condizioni di vita.
Assieme a Reggio, ben presto, hanno iniziato a lavorare anche i tavoli delle Province di Parma e Rimini. Il progetto rappresenta quindi uno sforzo corale di ben tre territori, coordinati dalla nostra Provincia, che hanno cercato di dare una risposta ai bisogni delle popolazioni colpite dal maremoto.

Durante tutto il cammino percorso, importante è stato anche il ruolo della comunità cingalese residente in provincia di Reggio, “che ci ha consentito di ascoltare le esigenze reali e i bisogni della popolazione locale, visto che non era pensabile esportare i nostri modelli di vita per la ricostruzione del Paese”, sottolinea Loriana Paterlini, responsabile dell’Ufficio Politiche comunitarie e Rapporti internazionali della Provincia di Reggio.