Ritorna la coltivazione della canapa? C’è chi ci prova. E intanto oggi a Nonantola si terrà una dimostrazione di sfalcio e imballatura della canapa. L’iniziativa è promossa dall’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Modena e dal Comune di Nonantola in collaborazione con il Comune di Castelfranco Emilia e l’istituto agrario Lazzaro Spallanzani. Partecipano anche le associazioni agricole, il collegio dei periti agrari e l’ordine degli agronomi.

La prova si terrà alle ore 10 all’azienda agricola Cavriani in via Ferrarona n. 24 a Nonantola. Porteranno il loro saluto Graziano Poggioli, assessore provinciale all’Agricoltura e Pier Paolo Borsari, sindaco di Nonantola.

L’eventuale ripresa della coltivazione della canapa si colloca all’interno di un progetto che riguarda le prospettive possibili per le produzioni agricole energetiche. Ciò avviene anche grazie all’iniziativa di alcuni esperti e alla disponibilità fornita da alcune aziende agricole che hanno pensato di iniziare la coltivazione della canapa a fini energetici e industriali. La canapa, infatti, dalle numerose verifiche tecniche ed economiche svolte è parsa la più adatta per tale tipo di coltivazione. Si tratta di una coltura storicamente presente nel modenese e di cui si conserva ancora memoria. Inoltre può essere inserita nella normale rotazione agraria, non necessita di irrigazione, richiede apporti limitati di concimi e non occorrono attrezzature particolari per le lavorazioni in quanto si possono utilizzare quelle normalmente presenti in azienda o in dotazione ai contoterzisti.

Il prodotto ottenuto si presta ad un duplice utilizzo: fibra industriale e biomassa per la combustione. Il progetto sarebbe quello di realizzare una filiera produttiva locale che parta dalla coltivazione per passare alla prima trasformazione e successiva commercializzazione consortile del prodotto.

“Importante – spiegano i tecnici – è raggiungere una dimensione che possa rendere economicamente compatibili e territorialmente sostenibili gli investimenti necessari a garantire un redito al produttore agricolo”. Finora le aziende che hanno aderito al progetto di coltivazione sperimentale sono quattro di cui due a Modena una a Bomporto e quello sede delle prove a Nonantola.