In parallelo all’indagine della Finanza di Modena, che ieri ha portato all’arresto di C.C. e N.C., padre e figlio di 60 e 32 anni, per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della
prostituzione, la Squadra Mobile della Questura ha svolto una sua operazione, che oggi ha portato a quattro ordinanze di custodia cautelare per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Dei quattro provvedimenti, due riguardano appunto padre e figlio (i due – come noto – avevano creato e gestivano un sito internet su cui venivano pubblicati annunci di accompagnatrici e
‘lucciole’ per incontri riservati); per il padre viene ipotizzato anche il reato di violenza sessuale). Con
loro sono finiti in carcere un romeno di 27 anni e una 23enne, pure di nazionalità romena. Assieme a loro sono state indagate a piede libero altre quattro persone, le cui abitazioni sono state perquisite.

Nell’agosto 2003 la Polizia di Modena aveva avviato un’indagine relativa a un giro di prostituzione con ragazze provenienti soprattutto
dalla Romania. Secondo quanto accertato, le ragazze venivano ‘acquistate’ nei Paesi d’origine e portate in Italia con il miraggio di un lavoro onesto e remunerativo. Una volta arrivate nel nostro Paese, venivano soggiogate e mantenute in stato di sudditanza fisica e psicologica, con atti di violenza, quindi venivano avviate alla prostituzione.
I due romeni arrestati si occupavano del reclutamento in Romania, del loro trasferimento in Italia, poi gestivano le attività di prostituzione,
raccogliendo anche le somme di denaro incassate dalle ragazze.

Giunte in Italia, come prima base logistica, le donne venivano condotte a Torino e accolte da un italiano di 51 anni, marito della donna romena
dell’organizzazione: successivamente venivano trasferite in treno a Modena.

In Emilia le ragazze venivano accolte sia da due rumeni, che da padre e figlio italiani, che – sempre secondo la polizia – fornivano appartamenti
in cui esercitare la prostituzione, e si occupavano di scattare le foto per il sito internet. Altri
appartamenti venivano forniti da altri due italiani, di 27 e 29 anni, gravitanti fra Modena e Reggio Emilia.

Le ragazze potevano essere indirizzate anche a Oristano, in Sardegna, dove venivano prese in carico da un altro italiano, sessantenne. Dopo matrimoni fittizi le ragazze venivano fatte tornare in Romania, sempre a cura dei due romeni. Tutti i fiancheggiatori sono stati denunciati.