Operare di concerto con tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali per porre in atto tutte le iniziative utili al fine di scongiurare la chiusura dell’Italtractor di Castelvetro. Lo chiede un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Modena su proposta dei consiglieri Ds Demos Malavasi e Andrea Sirotti, il quale ha ricordato che attualmente l’azienda occupa 150 dipendenti e la sua chiusura avrebbe conseguenze negative anche sul tessuto produttivo locale.

La preoccupazione per l’indotto è stata sottolineata anche da Giorgio Barbieri (Lega Nord) il quale ha criticato l’attuale proprietà, la multinazionale Tita Europe, per un’operazione che ha soprattutto carattere finanziario (‘il mercato ci sarebbe’) e per la proposta “di spostare le maestranze nelle altre sedi di Fanano e Crespellano, che sembra quasi sottintendere la speranza che la maggior parte non accetti”.

Luca Caselli (An) ha ricordato che è stato il gruppo di Alleanza nazionale il primo che, nel Comune di Castelvetro, ha sollevato la questione dell’azienda proponendo un ordine del giorno in Consiglio comunale.

Dante Mazzi (Forza Italia) si è dichiarato d’accordo sulla solidarietà ai lavoratori, così come Tomaso Tagliani (Udc), ma ha criticato i provvedimenti dell’Unione europea che avrebbero contribuito a questa situazione economica (‘una responsabilità da attribuire a Prodi’) e ha espresso l’esigenza “di approfondire le ragioni della crisi dell’azienda”.

Mauro Cavazzuti (Margherita) ha ricordato che l’internazionalizzazione delle aziende non è un fenomeno negativo, ma “un processo che può garantire grandi opportunità”, mentre Aldo Imperiale (Prc) ha criticato le richieste dei vertici imprenditoriali a livello nazionale e ha sollecitato un maggiore impegno pubblico nella soluzione delle crisi aziendali, mentre sulla vicenda dell’Italtractor ha affermato che non devono essere previsti “premi di natura urbanistica per gli speculatori”.