Si complicano per le imprese le già complesse procedure burocratiche in tema di ambiente, i limiti di legge per le emissioni in atmosfera rimangono quelli di 15 anni fa, vengono sottratte competenze alle Province in tema di rifiuti e diverse disposizioni risultano tuttora di difficile interpretazione. Non convince gli amministratori locali il nuovo Codice ambientale approvato nei mesi scorsi dal Governo.

E per illustrare le novità, ma soprattutto per focalizzare i punti più controversi, la Provincia ha promosso un seminario rivolto ai rappresentanti delle associazioni di categoria e dei Comuni che si è svolto lunedì 15 maggio nella sala consiliare del Palazzo della Provincia di Modena.

“Chiediamo al nuovo Governo – ha affermato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – il ritiro del provvedimento al fine di avviare una nuova discussione su come coniugare tutela ambientale ed efficacia dell’azione amministrativa. In questo campo servono regole chiare e sanzioni precise, invece il nuovo Codice va nella direzione opposta, rendendo tutto più difficile”. Durante la discussione Giuseppe Caia, docente di Diritto amministrativo dell’Università di Bologna, ha illustrato il testo voluto nei mesi scorsi dal Governo allo scopo di racchiudere in un unico codice le leggi in materia ambientale.

Contro il codice la Regione Emilia-Romagna ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo le nuove norme lesive dell’autonomia legislativa regionale e lamentando il rischio di una paralisi in diverse attività amministrative a causa delle numerose difficoltà di interpretazione.

Durante l’incontro in Provincia, tre dirigenti provinciali, Giovanni Rompianesi, responsabile del servizio Gestione integrata sistemi ambientali, Alberto Pedrazzi, dirigente del servizio Risorse del territorio e impatto ambientale e Rita Nicolini, responsabile del servizio Pianificazione ambientale, hanno illustrato i contenuti del nuovo testo, tutte le novità e i passaggi legislativi tuttora controversi. Tra questi spicca il dubbio sulla possibile esenzione della tassa sui rifiuti per le imprese; se venisse confermato, il provvedimento potrebbe far scattare pesanti aumenti delle tariffe per le famiglie.