La Regione Emilia-Romagna ricorre alla Corte Costituzionale contro il recente decreto legislativo del Governo che detta norme in tema di ambiente.


Il decreto è stato pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale e il ricorso della Giunta regionale, che chiede la sospensiva urgente in via cautelare di alcuni articoli del provvedimento, è stato immediato.
Questo perché che essi incidono, già a partire dai prossimi giorni e in modo pesante, sul sistema della tutela dell’ambiente.
La Regione Emilia-Romagna ritiene che il Decreto sia lesivo dell’autonomia legislativa delle Regioni in questo campo, impattando in modo negativo sull’insieme delle leggi regionali vigenti in questo campo, rischiando quindi di paralizzare l’insieme delle azioni di salvaguardia ambientale.

“Siamo di fronte ad un provvedimento grave – spiega il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani – che è stato contestato da personalità del mondo scientifico ed accademico che hanno condiviso i rilievi che sono stati fatti dalle Regioni, dagli Enti locali, dalle Associazioni economiche, sindacali e ambientali. E’ un provvedimento rispetto al quale abbiamo chiesto eccezionalmente alla Corte Costituzionale la sospensiva degli effetti di alcuni articoli, perché le gravi conseguenze che comportano sono immediate e compromettono in modo estremamente rilevante l’assetto organizzativo che oggi garantisce la tutela dell’ambiente e del territorio”.

“Purtroppo siamo costretti ad accedere ancora una volta alla Corte Costituzionale – ha proseguito Errani – perché di fatto non è stato possibile, per una scelta del Governo, avviare un confronto effettivo su temi così delicati per l’assetto del territorio”.
Le contestazioni più decise della Regione Emilia-Romagna, e la conseguente richiesta alla Corte Costituzionale di sospenderne urgentemente l’efficacia, fanno riferimento agli assetti delle Autorità di Bacino, alle tariffe del servizio idrico integrato e del servizio fognatura e depurazione, agli scarichi delle imprese agricole, alla gestione delle terre e rocce di scavo, alle procedure per la gestione dei rifiuti.

“Chiediamo la sospensiva – spiega l’Assessore regionale all’Ambiente e Sviluppo sostenibile Lino Zanichelli – per l’assurdità della situazione che si viene a creare. Basti dire, ad esempio, che un Governo in carica per l’ordinaria amministrazione fa scomparire, il 30 aprile, le Autorità di Bacino e decreta la nascita di nuove Autorità distrettuali che accorpano i bacini del Po, Reno, Conca-Marecchia e fiumi romagnoli nel bacino dell’Arno. Questo in assenza di qualunque garanzia di continuità, sia per il personale che per le attività in corso sul territorio. Situazioni altrettanto gravi e paradossali si creano nel settore dei rifiuti e di gestione dei servizi pubblici ambientali che coinvolgono responsabilità primarie delle Regioni. Abbiamo dovuto agire in via giurisdizionale, ma sarebbe ancora possibile un atto di ragionevolezza del Governo almeno sui tempi di entrata in vigore del provvedimento”.