In un settore in cui il ritorno degli investimenti è del 2,2%, un risparmio dell’1% sui costi è certamente una cifra di grande rilievo, che può fare la differenza tra l’utile e la perdita. Il settore in questione è l’autotrasporto negli Stati Uniti che è ultimo (seguito solo dalla produzione di automobili) nella graduatoria della remuneratività degli investimenti guidata dal settore bancario con il 19,6%.

Il settore che può invece dare un risparmio dell’ordine dell’1% dei costi complessivi dell’azienda è quella dei pneumatici. Questi dati emergono da un interessante servizio pubblicato dalla rivista Pneurama specializzata nel settore dei pneumatici.

L’articolo – segnala l’Airp (Associazione Italiana Ricostruttori di Pneumatici) – riporta il caso della CFI, una media azienda di autotrasporto americana, che, partita nel 1951 con due camion, di cui uno guidato da Glenn Brown, l’attuale presidente, ha oggi 2.300 motrici, 7.375 rimorchi e fattura oltre 400 milioni di dollari. Per quest’azienda il risparmio dovuto alla sua politica per i pneumatici è di 4 milioni di dollari all’anno. Indubbiamente una bella cifra nel bilancio aziendale che viene risparmiata grazie appunto ad una oculata politica nell’impiego dei pneumatici che punta sia sull’utilizzazione di gomme supersingle sulle motrici, che soprattutto nell’impiego dei ricostruiti.

Il caso della CFI – si legge in una nota dell’Airp – è esemplare e potrebbe certo essere seguito anche in Italia, dove peraltro i ricostruiti sono utilizzati in maniera rilevante dagli autocarri, ma dovrebbero diffondersi molto di più anche nel settore dei trasporti su gomma, anche perché la ricostruzione riduce drasticamente il volume di pneumatici da smaltire con grande beneficio per l’ambiente. D’altra parte, la sensibilità ecologica in questo settore è negli Stati Uniti molto elevata, tanto che il paese assorbe ben il 31% di tutti i pneumatici ricostruiti nel mondo ed anche nell’autotrasporto pesante gli Usa sono all’avanguardia con una quota di ricostruiti sui pneumatici di ricambio pari al 50% contro il 35% dell’Italia.

D’altra parte, anche in Italia ed in Europa si stanno scoprendo i ricostruiti. Infatti la direttiva europea sui veicoli fuori uso detta norme precise per prevenire la formazione dei rifiuti attraverso il reimpiego dei componenti degli autoveicoli e quindi anche attraverso la ricostruzione dei pneumatici. Ed anche il decreto legislativo italiano 209/2003 di recepimento della direttiva, indica il reimpiego, e quindi la ricostruzione, come la via principale per ridurre l’impatto ecologico dello smaltimento dei componenti degli autoveicoli.
A ciò si aggiunge che il Parlamento italiano con la Legge 448/2001 ha stabilito che gli enti pubblici e i gestori di servizi pubblici, nell’acquisto di pneumatici di ricambio per le loro flotte di autoveicoli, devono riservare almeno il 20% alle gomme ricostruite.

Proprio sui vantaggi che possono derivare all’autotrasporto italiano da un maggior ricorso ai pneumatici ricostruiti è incentrato un importante convegno che si terrà il 29 aprile prossimo nel nuovo quartiere fieristico di Milano nell’ambito di Transpotec.
Il convegno, il cui tema è “Autotrasporto e pneumatici ricostruiti: sicurezza, ecologia e risparmio”, sarà presieduto da Fabio Montanaro, direttore della rivista specializzata Tir e si aprirà con una relazione introduttiva del presidente di Airp Stefano Carloni. Interverranno poi Renato Rittel del TUV e i rappresentanti di importanti associazioni dell’autotrasporto: Luigi Sestieri per Anita, Maurizio Longo per Fita Cna e Giorgio Colato per l’Albo degli Autotrasportatori.
Gli operatori interessati a partecipare al convegno possono ottenere gratuitamente il biglietto d’ingresso a Transpotec e l’invito al convegno collegandosi al sito: Transpotec.