Non pagare l’ICI sulla prima casa costituirebbe un apparente risparmio per i cittadini, ma nessun contribuente, con quella somma, potrebbe permettersi di pagare l’asilo nido al proprio figlio, l’assistenza domiciliare al genitore anziano, la riparazione della buche nelle strade o la manutenzione dei parchi pubblici, dei cimiteri e degli impianti sportivi. Le risorse dei singoli si trasformano in servizi per tutti solo se sommate ed affidate ad istituzioni sicure e vicine alla esigenze ed al controllo dei cittadini e cioè i Comuni.

I Comuni, con tutti i loro problemi e malgrado i tagli imposti dal governo, in questi anni hanno garantito risposte certe ai problemi dei cittadini, del territorio e dello sviluppo ed è quindi assolutamente impossibile pensare ad un taglio netto del gettito derivante dall’Ici sull’abitazione principale. Vanno poi sottolineati alcuni aspetti importanti: l’Ici è un’imposta che si paga sulla casa per ottenere servizi anche per la casa; l’Ici è uno dei rari esempi di federalismo fiscale; sull’Ici praticamente non esiste evasione. Detto questo l’Ici non è un dogma, si può anche riformare, di certo non abolire punto e basta: le conseguenze, non per i Comuni, ma per i cittadini sarebbero pesantissime, insopportabili per la stragrande maggioranza delle nostre famiglie, delle donne, dei più deboli.

E’ proprio questo aspetto a preoccupare maggiormente: se non è possibile attuare un a taglio netto di tale natura, dove si pensa, dove pensa il Presidente del Consiglio di trovare le risorse in grado almeno di pareggiare le entrate dell’Ici prima casa? Forse, anzi probabilmente, aumentando altre tasse come avvenuto in modo occulto sui carburanti o con la mancata restituzione del fiscal drug sulle retribuzioni, quindi impoverendo ulteriormente un Paese già molto provato. Saremmo di fronte all’ennesimo tentativo di scaricare il peso delle difficoltà sui Comuni e gli Enti Locali e quindi direttamente sulle persone, sulle famiglie e sulle categorie economiche di questo Paese. Il pericolo vero è che si faccia saltare il patto di coesione sociale e solidarietà che ha garantito la qualità della vita nei nostri territori. Un tentativo da respingere con decisione.

I Sindaci dei Comuni capi-distretto, unitamente al Presidente della Provincia, invitano Sindaci ed Amministratori a partecipare all’iniziativa pubblica che si terrà giovedì mattina alle 11 presso la Residenza Municipale di Modena.

(Giorgio Pighi, Sindaco di Modena; Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi; Graziano Pattuzzi, Sindaco di Sassuolo; Luigi Costi, Sindaco di Mirandola; Roberto Adani, Sindaco di Vignola; Vito Tedeschini, Sindaco di Pavullo; Sergio Graziosi, Sindaco di Castelfranco Emilia; Emilio Sabattini, Presidente della Provincia di Modena)