In Emilia-Romagna, da novembre 2004 a luglio 2005, sono stati assegnati 3.865 voucher, per un totale di 4.075.525 euro. I voucher sono assegni formativi individuali del valore medio di 1.046 euro, assegnati alle persone per sostenere (in tutto o in parte) i costi di un corso di formazione a loro scelta

Omogenea, da un punto di vista territoriale, la distribuzione dei voucher, anche se con qualche differenza: la provincia cui sono stati assegnati più voucher è quella di Piacenza (17,5%), seguita da Forlì-Cesena (13,3%), Rimini (13,1%), Modena (11,5%), Parma (10,6%), Ravenna (10%), Bologna e Reggio (9,7%), Ferrara (4,6%). Il 2005 è l’anno in cui si concentra oltre il 90% delle assegnazioni. Quasi il 40% dei voucher sono stati assegnati nel gennaio 2005.

Il 50,5% dei voucher è stato assegnato a lavoratori “standard” (dipendenti a tempo indeterminato), 44,2% ad atipici. La quota restante è stata assegnata a lavoratori non occupati.
Il numero di voucher destinato ai lavoratori atipici è risultato pari a 1.459 voucher, del valore medio di 1.060 euro, per un investimento totale di 1.553.500 euro. Piacenza è la provincia col più alto numero di assegnazione a lavoratori e lavoratrici atipici (17,5%), seguita da Forlì-Cesena (13,27%), Rimini (13,1%), Modena (11,5%), Parma (10,5%), Ravenna (9.9%), Reggio (9,6%), Bologna (9,7%), Ferrara (4,3%).

Il 31,5% dei voucher “atipici” sono stati richiesti da lavoratori a tempo determinato, il 23,4% da lavoratori a tempo parziale. Seguono i collaboratori a progetto e occasionali (15,8%) e le ormai superate collaborazioni coordinate e continuative (14,4%). Il resto dei beneficiati è ripartito tra le diverse forme contrattuali atipiche, con un picco in corrispondenza dei contratti di apprendistato (8,2%). Va specificato che il voucher destinato agli apprendisti viene ovviamente richiesto individualmente, e si aggiunge alla formazione esterna ed interna all’azienda prevista dal contratto di apprendistato stesso.

Il voucher “atipico” viene utilizzato in particolare dalle donne, che beneficiano complessivamente del 68% dei contributi; in ogni caso, anche se con percentuali diverse, in tutte le province si osserva una netta prevalenza della partecipazione femminile. In ben cinque territori (Bologna, Ferrara, Piacenza, Reggio, Rimini) le donne sono rappresentate ben oltre il 70%, fino al picco di Reggio Emilia in cui arrivano al 78%.

Particolarmente interessante il dato generazionale: i voucher sono usufruiti da lavoratori atipici di tutte le età, dai minori di vent’anni agli over 60. Sono tuttavia concentrati nelle fasce 30-39 (41,5%) e 20-29 anni (37,8%). Elevato il livello di istruzione: il 47,7% dei beneficiari atipici è diplomato, il 19,7% laureato e il 2,5% ha un titolo post-laurea.

“Questi ultimi due dati – commenta l’assessore regionale alla formazione Mariangela Bastico -, segnalano che è assolutamente necessario proseguire lungo la strada del finanziamento del voucher che, finanziando il diritto alla formazione del lavoratore e la sua libera scelta formativa, riesce così a raggiungere categorie che altrimenti avrebbero più difficoltà ad accedere ai corsi, le donne e gli over 30. Questo perché le aziende investono più volentieri sulla formazione di lavoratori maschi, trentenni o poco più, e assunti a tempo indeterminato”.

La maggior parte dei voucher viene utilizzato per corsi di breve durata: il 66% compreso tra le 20 e le 59 ore. Non solo: il lavoratore, attraverso il voucher, intende rafforzare le sue competenze di base. “Anche questo aspetto relativo alla scelta del lavoratore – spiega l’assessore Bastico – ci convince a proseguire lungo la strada intrapresa. Le aziende, ovviamente, formano i propri lavoratori su aspetti specifici e specialistici della produzione aziendale, tralasciando però quella formazione trasversale che di fatto aumenta l’occupabilità del lavoratore qualora diventi necessario cambiare posto di lavoro. Per gli atipici, poi, le competenze trasversali sono importantissime: possono accorciare i tempi di inattività tra un contratto e l’altro e la ricerca ce lo conferma, indicandoci una spiccata preferenza degli atipici per la formazione di base”.

Il 73% dei voucher è stato infatti utilizzato dai lavoratori per corsi di lingue straniere (37,6%) e informatica (35,3%). Viene anche scelta (pure se solo dal 10%) l’area amministrativa sia relativa al personale che alla contabilità e al bilancio. L’interesse per le lingue straniere contraddistingue gli over 60 (53,3%), mentre il 65% degli atipici al di sotto dei 20 anni predilige l’informatica.

È possibile stimare in 1.062 le aziende presso cui lavorano gli atipici che hanno fatto richiesta di voucher (1.182 conteggiando come nuova azienda le diverse sedi provinciali di una stessa impresa). Tra i settori economici più rappresentati troviamo quello del commercio e riparazioni (14,2%) e industria (12,1%). Si tratta per la maggior parte di piccole imprese (il 28,4% con da 1 a 9 lavoratori stabili e il 28,5% da 10 a 49). La maggior parte delle aziende presso cui sono impiegati atipici che hanno ottenuto un voucher è Modena (14,5%), seguita da Ravenna (13,3%), Rimini (12,8%), Reggio (11,2%).