Un puzzle con i “Tre cavalli” di De Chirico, la ricerca delle differenze tra un’opera di Depero e una sua “rivisitazione”, un ritratto realizzato rubando particolari da quadri di Matisse, Dubuffet, Dalì, Lichtenstein, Modigliani e Picasso. Sono solo tre esempi di come si può giocare con l’arte moderna e contemporanea e, con il divertimento, far avvicinare bambini e ragazzi “in maniera attiva alla visione, al buon gusto, all’estetica”.

E’ proprio questo l’obiettivo della mostra attiva allestita nella ex chiesa di San Paolo a Modena “Macchie rosse nel blu, con gallinaccio” che fa parte della più ampia “100 capolavori, 100 giochi” del gruppo Clac di Milano.
L’iniziativa, promossa dalla Provincia di Modena e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, coinvolgerà fino al 7 aprile circa 2.500 studenti dai 5 ai 14 anni. Nelle domeniche 19 e 26 marzo e 2 aprile, inoltre, la mostra sarà aperta al pubblico su prenotazione. La durata della visita-laboratorio è di un’ora e mezza. Per informazioni e prenotazioni: tel. 059 209558.

“La mostra – sottolinea l’assessore provinciale alla Cultura Beniamino Grandi – rappresenta un’opportunità didattica per tanti ragazzi che, in ambito scolastico, potranno avvicinarsi in modo giocoso e divertente all’affascinante mondo dell’arte. Ma abbiamo voluto offrire questa opportunità anche ai ragazzi fuori dall’ambito scolastico, proprio come avviene per le tante attività didattiche che stiano svolgendo nell’ambito del Sistema museale e che hanno lo scopo di avvicinare sempre di più i giovani a questo straordinario patrimonio storico e artistico”.

La mostra è organizzata con giochi, percorsi e racconti che permettono di scoprire i processi che hanno portato artisti e movimenti a realizzare opere che segnano i passaggi più significativi dell’arte, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri: dai segreti del cubismo al fascino del surrealismo, fino al misterioso passaggio dal figurativo all’astratto o alla follia della pop art.

L’esperienza del gruppo Clac di Milano, diretto da Claudio Cavalli e Lucietta Godi, si ricollega a quella dei laboratori di Brera avviati da Bruno Munari nel 1977 e proseguiti da Renate Eco negli anni Ottanta, con alcune caratteristiche originali che provengono dalle esperienze che il gruppo sviluppa nel teatro, nella televisione (500 puntate del programma Rai “L’albero azzurro”), nella narrazione e poesia per ragazzi.