Il 21 marzo è in programma un incontro tra l’amministrazione comunale e i responsabili dei cantieri dell’Alta Velocità per definire tempi e modalità per l’installazione delle barriere antirumore lungo i 2 chilometri e 850 metri nella tratta urbana della linea storica compresa tra San Cataldo e Modena Est.

Lo ha ricordato nel corso del Consiglio comunale l’assessore alla Pianificazione e Gestione del Territorio Daniele Sitta, rispondendo ad un’interrogazione con cui Sergio Celloni (Udc) sottolineava che “la fascia che costeggia la ferrovia, dove quotidianamente passano centinaia di migliaia di persone da tutta Europa, è fatta di macerie e fabbricati dismessi. Sono situazioni urbanistiche dal massimo degrado, degne al massimo di una città del terzo mondo. Una simile caduta di stile, un simile appiattimento estetico è indice anche di appiattimento culturale: un abbassamento quindi del senso civico, del valore e della qualità della vita e della città”. Celloni metteva in evidenza “il danno sia per il turismo che per l’immagine delle proprie industrie e quindi per la città stessa”, chiedendo quindi che “si applichino barriere visive e acustiche, in modo che il treno non sia di disturbo per i modenesi, e che si copra il degrado delle zone dismesse di modo da rendere meno squalificante l’area”. Secondo Celloni “tali barriere offriranno spazi che potranno essere gestiti dal Comune, che potrà affittarli come spazi pubblicitari ottenendo così un introito per le casse comunali. O anche ingentilirle con piante, riproduzioni artistiche (ad esempio di quadri e sculture ospitati al Museo Estense) e pubblicità finalizzate al turismo nella nostra città”.

Sitta ha ricordato l’appuntamento del 21 marzo, sottolineando che “già dai tempi della conferenza dei servizi del 98, durante la quale si approvò la linea Tav, c’era una parte relativa ad un accordo integrativo che fissava impegni su mitigazioni acustiche nella tratta urbana, cioè quella storica, compresa tra San Cataldo e Modena Est, con un costo di 6, 7 milioni di euro. Da tempo stiamo sollecitando l’intervento che devono eseguire e finalmente è stato fissato per il 21 marzo”. Sitta ha poi aggiunto che sono mitigazioni acustiche, ma di fatto, purtroppo, lo saranno anche dal punto di vista visivo, perché sono alte dai 4 ai 6 metri. Dico purtroppo perché copriranno l’ingresso in città, in particolare di quella che nascerò sulla fascia ferroviaria, per chi arriva con il treno. Io capisco la sua interrogazione e colgo la parte positiva – ha detto Sitta – anche se i toni non corrispondono all’intento costruttivo. Lei definisce da terzo Mondo la fascia ferroviaria e su questo c’è poco da commentare. Se lei, che evidentemente ha esigenze polemiche, confonde il degrado con i cantieri che iniziano e che dureranno per costruire la città del nord, si fa davvero fatica a rispondere. E’ una città che si sta ricostruendo con progetti di grandissima importanza”.

Secondo Sitta le parole di Celloni sono “inutilmente denigratorie per la città”. “Se lei si informasse sui progetti su quel tratto di fascia – ha concluso – si accorgerebbe di quanto sia un peccato che quello che costruiremo sarà coperto alla visuale dei viaggiatori”. In fase di replica Celloni ha ringraziato Sitta per la risposta “che mi ha chiarito tante perplessità. Effettivamente – ha detto Celloni – non sapevo che fosse in corso la realizzazione delle barriere. Però, quando si apre un cantiere per fare una casa, a volte si possono mettere le transennature per coprire i lavori. La mia non voleva essere una polemica. Le mie erano espressioni forti, ma dettate dalla realtà. Lei mi dice che è dal ‘98 che c’è un cantiere, ma dal ’98 le persone vedono una realtà che è questa”.