Ad un anno di distanza, torna in positivo la produzione industriale delle imprese con meno di 50 dipendenti monitorate da Cna Modena. Nel trimestre ottobre-dicembre 2005, rispetto allo stesso trimestre 2004, la produzione si è attestata sul +0,5%, contro il +1% fatto registrare dall’industria nel suo complesso. Si conferma quindi la serie storica, che vuole le piccole imprese sempre in ritardo rispetto all’industria nel recepire l’andamento del ciclo economico.


Si tratta di un dato che dà un pò di fiducia per il futuro, ma che non consente particolari euforie. Ancora una volta, infatti, il traino arriva dalla domanda estera (+2,6%), mentre ancora negativo, almeno per ciò che riguarda le piccole imprese, risulta essere la domanda interna (-0,3%).
Non a caso rimane interessante la quota di fatturato realizzata all’estero: il 10,8% per le imprese con meno di 50 dipendenti, il 26,3% per l’industria manifatturiera nel suo complesso, entrambi in calo, però, rispetto al trimestre precedente. Quindi, più ordini, più produzione, ma fatturato in calo, che tradotto significa forte competizione sui prezzi.

Per il settore alimentare, situazione in chiaroscuro, malgrado i dati apparentemente negativi ed in controtendenza rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La maglieria, pr la prima volta da diversi trimestri il settore realizza performance positive, e non è un caso che questo avvenga in coincidenza con azioni più aggressive di penetrazione sui mercati esteri. E’ chiaro che non si può parlare ancora di ripresa, almeno sino a quando questi risultati non si consolidino almeno nei prossimi due trimestri.
In controtendenza anche l’abbigliamento, per lungo tempo più performante della maglieria e, in vece, nell’ultimo trimestre del 2005 particolarmente penalizzato.
La ceramica: dtto che in questo settore si concentrano le piccole ceramiche del terzo fuoco, i dati relativi al quarto trimestre 2005 continuano a palesare qualche difficoltà, anche se continua a tenere in particolare la domanda interna, caso forse unico nel panorama dei diversi settori.
Prodotti in metallo: prticolarmente significati i risultati di questo importante segmento della meccanica, i cui parametri sono trascinati al rialzo manco a dirlo dalla domanda estera, alimentata da una congiuntura positiva.
Macchine ed apparecchi meccanici:
i principale settore dell’economia modenese incrementa la propria crescita, e si tratta di grann lunga del risultato più importante nell’ambito di questa rilevazione statistica. Il comparto conferma la sua solidità, alimentata dal clima di fiducia che emerge dalle interviste agli imprenditori. Da rilevare come oltre un quarto del fatturato 26%) arrivi dall’export.
Biomedicale: rcomincia a correre questo settore, che va acquisendo sempre maggior importanza nel contesto economico provinciale. Unica nota stonata il calo di dieci punti fatto registrare dal fatturato con l’estero, ennesima testimonianza dell’elevata concorrenza che permea anche questo segmento.
Mezzi di trasporto: cnsolida i risultati del precedente trimestre, questo settore, dove rimane considerevole (23,7%) la quota del fatturato proveniente dalle esportazioni. Trattandosi di aziende di terzisti meccanici, queste performance suonano come una conferma dello stato positivo che sta attraversando la meccanica nel suo complesso.
Altri settori: vlutazioni difficili, a causa della eterogeneità di un campione che, in ogni caso, pare risentire anch’esso della crisi.

Le considerazioni di Cna
Dunque, segnali positivi, anche se la dottrina vuole che si aspettino i risultati di tre trimestri prima di poter parlare di una vera e propria ripresa.
Certo è che questa crescita ancora una volta è determinata dalle esportazioni, il che significa che occorre che le imprese si internazionalizzino sempre di più, e che questo sforzo sia sostenuto da tutte le istituzioni, amministrative ed economiche, aiutando le imprese ad esportare e a farlo in un numero di paesi sempre maggiore.
C’è da aggiungere che il calo generalizzato del fatturato complessivo di fronte ad una crescita altrettanto uniforme della domanda sta a testimoniare l’elevata concorrenza sui prezzi che domina lo scenario economico internazionale. Evidente, quindi,. È la necessità di governare questa forte competizione, puntando anche sui servizi e sull’assistenza alla semplice fornitura, elementi ad elevato valore aggiunto che hanno, tra l’altro, la capacità di personalizzare i prodotti.

In questo contesto, gli strumenti di politica economica più adatti ad affrontare queste problematiche paiono essere la defiscalizzazione del costo del lavoro per ciò che riguarda le industrie, incentivi alle fusioni per le medie imprese, sostegno all’aggregazione di aziende per quelle di dimensioni meno rilevanti, formazione.