Le ultime indiscrezioni fanno supporre che le indagini della Procura di Parma vertano sull’ipotesi di estorsione nei confronti di Paolo Onofri maturata in relazione al suo lavoro.

Il procuratore capo Laguardia ha spiegato che l’ipotesi di sequestro a scopo estorsivo non si riferisce tanto alle disponibilità economiche della famiglia, quanto alla possibilità, per l’attività del padre alle poste, di accedere a risorse finanziarie. Intanto la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, per “novità investigative emerse nella notte”, ha ipotizzato il reato di sequestro a scopo di estorsione. Intanto i genitori del bambino hanno affermato di essere pronti a consegnare ai rapitori un flacone del Tegretol, il farmaco di cui il piccolo Tommaso ha assoluto bisogno.


Si concluso da poco invece un nuovo controllo degli investigatori di polizia e carabinieri alla casa di Casal Barancolo da cui stato rapito giovedì sera il piccolo Tommaso Onofri. Insieme alle Forze dell’ordine c’erano il pm Pietro Errede e il padre del bimbo rapito, Paolo Onofri. L’attenzione degli investigatori è stata tutta rivolta all’esterno della casa, in particolare alla presa elettrica che si trova in una piccola rimessa della cascina, presumibilmente usata dai banditi per causare il black out nell’abitazione con un cortocircuito. Nel frattempo alla questura di Parma sono arrivati anche il dirigente dello Sco di Roma, Gilberto Calderozzi, e il capo della Squadra Mobile di Bologna, Armando Nanei.