Berlingozzi e Cenci in Toscana, Cicerchiata in Abruzzo, Brugnolus e Orillettas in Sardegna, Galani in Veneto, Sfrappole in Emilia Romagna, Bugie in Liguria, Chiacchiere in Basilicata, Struffoli e Sanguinaccio in Campania, Crostoli in Friuli, Frappe e Castagnole nel Lazio, Pignolata in bianco e nero in Sicilia e Grostoi in Trentino, sono solo alcune delle specialità gastronomiche regionali che lasceranno le tavole degli italiani con l’ultimo giorno di carnevale.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che, secondo una tradizione che si ripete anche quest’anno, si stima che gli italiani spenderanno circa 100 milioni di euro per consumare oltre 20mila tonnellate tra frittelle, castagnole, frappe, chiacchiere ed altre specialità locali. Una abbondanza che è il risultato della tradizione agricola che segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata anche nel passato con dovizia.

I banchetti carnevaleschi – continua la Coldiretti – erano molto ricchi di portate perché, una volta, in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale. Il festeggiamento del carnevale è un fenomeno che resiste nel tempo e coinvolge milioni di italiani, soprattutto i più giovani che sfruttano l’evento per divertirsi e approfittare delle molte feste locali e delle centinaia di golosità tipiche.