Sui fatti avvenuti in Via Adda, abbiamo una certezza: i carabinieri erano intervenuti su espressa richiesta di cittadini terrorizzati dalla presenza di una persona pluripregiudicata sotto l’effetto dell’alcol in un quartiere a forte rischio e circondati dalla presenza di numerosi altri extracomunitari. Lo stesso extracomunitario tratto in arresto, dopo avere compiuto atti violenti, si era volontariamente denudato.


Un’operazione in quelle condizioni non è certamente facile, soprattutto alla luce del fatto che la persona arrestata ha opposto forte resistenza alle forze dell’ordine.

Nessuno, quindi, si permetta di emettere sentenze politiche senza conoscere la realtà dei fatti, in un clima che, partendo dal concetto di “rispetto delle leggi” pare alimentare – da una certa parte – i soliti velati pruriti ( tutti italiani) di delegittimare e finanche denigrare l’operato delle forze dell’ordine.
In altri paesi democratici ( penso alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti) in quelle condizioni, gli agenti sarebbero stati pienamente legittimati all’utilizzo delle armi; cosa che peraltro in Via Adda non è avvenuta.


Condannare, anche solo moralmente, le “maniere forti” – che in determinate situazioni si rendono necessarie per portare a compimento l’arresto di persone pericolose in condizioni di sicurezza per le Forze dell’Ordine e per i cittadini – significa non comprendere la realtà della situazione di certi quartieri e soprattutto significa demotivare tutti gli operatori della pubblica sicurezza, consegnando intere zone nelle mani della criminalità.
AN si schiera comunque dalla parte di coloro che quotidianamente difendono la nostra sicurezza con professionalità: lo facciamo incondizionatamente, sicuri di interpretare una vasta parte dell’opinione pubblica, non solo sassolese.


Luca Caselli

(Capogruppo AN Sassuolo – Consigliere Provinciale)