Modena è ancora quell’’isola felice’ di benessere economico, ben distribuito, ritratta dalle rilevazioni statistiche ufficiali? Oppure in questi anni le condizioni di vita delle famiglie modenesi, anche per la selettività introdotta nelle politiche di welfare, sono peggiorate e sono aumentate le disparità sociali?

Nel 2002 un’indagine del Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche (CAPP) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sulle condizioni economiche e sociali della popolazione modenese aveva rivelato lo spaccato di una provincia che si collocava a cavallo tra il modello americano e quello scandinavo, ovvero di una realtà territoriale decisamente proiettata ad inseguire stili di vita propri della società americana, anche se temperati da una più equa ripartizione del reddito, assai più simile alla struttura economico-sociale scandinava.

Quella rappresentazione a quattro anni di distanza regge ancora? Le eventuali modificazioni intervenute, come dovranno e potranno influenzare le politiche tributarie e tariffarie adottate dalle autorità istituzionali, perché quei tratti di positività, che caratterizzano la società modenese, non si disperdano, ma esaltino “la ricchezza dell’equità” (dal titolo del volume che presentava i risultati di quella prima indagine)?

E’ da questi interrogativi che prenderà presto il via la seconda ricerca sulla condizione economica e sociale delle famiglie nella provincia di Modena (ICESmo2), che vede promotori l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione col Comune di Modena, la Provincia di Modena e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, sostenuti anche dall’Associazione dei Comuni del Distretto di Sassuolo e dall’Unione Terre di Castelli.

L’indagine consentirà di fare una nuova fotografia della società modenese, di quantificare il benessere delle famiglie, di metterne a fuoco gli stili di vita e di conoscere i bisogni dei cittadini nei campi dell’assistenza agli anziani e ai bambini. In più sarà possibile verificare come si sono modificati i tassi di partecipazione al mercato del lavoro, se la povertà è aumentata o diminuita.

I risultati della prima ricerca, assolutamente innovativa e “pilota” per le dimensioni ed il tipo di informazioni raccolte, sono stati ampiamente utilizzati nei documenti di politica economica degli enti locali (nei piani di zona, ad esempio) e nella relazione annuale sulle strategie di governo della città di Modena. Inoltre, a partire dalle informazioni raccolte con l’indagine, sono state effettuate numerose simulazioni nel campo delle politiche locali fiscali e tariffarie (ICI, Addizionale Irpef, tariffe delle public utilities e dei servizi).

In questa occasione si adotterà un campione molto più esteso, passando dalle 1.235 della prima indagine a 2.150 famiglie per questa nuova edizione. Tutte le famiglie da intervistare, cui sarà inviata a partire da marzo una lettera contenente dettagliate precisazioni sull’iniziativa, sono state sorteggiate casualmente dalle liste anagrafiche di 24 comuni della provincia di Modena. Dipenderà dalla loro generosa collaborazione sia la buona riuscita dell’indagine, sia la veridicità dei risultati.

Il questionario mantiene la stessa struttura di fondo della precedente indagine, ma è stato arricchito di alcune importanti sezioni per approfondire tematiche relativamente inesplorate, quali le condizioni di salute dei cittadini e il ricorso ai servizi sanitari, la mobilità territoriale e alcune opinioni sulle principali dimensioni delle condizioni di vita dei modenesi.