“La situazione dell’ufficio caccia e pesca della provincia – afferma Massimo Becchi Presidente della Legambiente di Reggio Emilia – sembra una farsa. Non si era mai visto che un funzionario pubblico copra di fatto atti illeciti commessi dall’ATC4 Montagna e dai cacciatori”.

I fatti: il 21 gennaio, così ci è stato raccontato dalla fonte anonima, è stato sanzionato un cacciatore trentino, certo Festi Giancarlo, il quale era autorizzato a prelevare 8 caprioli nell’ ATC4. Ad un controllo da parte dei vigili provinciali è emerso che il sig. Festi è un cacciatore che pratica la caccia vagante sulle Alpi. Pertanto in base alle legge nazionale 157 del 1992 e ad alcune sentenze della corte di Cassazione (Sez I Lombardia del 25 febbraio 2004) viene detto a chiare lettere che “devi escludersi che il cacciatore il quale abbia optato per l’esercizio della caccia vagante in zona Alpi possa praticare l’esercizio venatorio anche in un ambito territoriale di caccia”.
Non contenti l’ATC4 gli rilascia il tesserino annuale nel mese di dicembre 2005, tanto da prendersi una sanzione. Infatti i tesserini si rilasciano fino a fine febbraio, ma indubbiamente per gli amici questo ed altro, e non essendo numerati il controllo è impossibile”.

“E qui interviene la Provincia, in particolare il dott. Iemmi Giovanni – afferma Daniela Calvo, responsabile caccia di Legambiente – che in modo a dir poco spettacolare manda una lettera (protocollo 9307/17/06 del 3 febbraio 2006) al sig. Festi e all’ATC4 dicendo che è tutto a posto. Come dire: i Vigili Provinciali non capiscono nulla e voi chiedete l’annullamento dei verbali che intanto vi ho già detto io come farlo. Certamente un comportamento degno di dimissioni o di rimozione per il funzionario, indubbiamente non all’altezza del suo mestiere e poco pratico di leggi“.

“Ci viene spontaneo – conclude Massimo Becchi – chiedere all’Assessore provinciale all’ambiente Gennari cosa pensa di fare, visto che i vigili in zona montana sono passati da pochi giorni da 5 a 4 e non gli vengono pagati gli straordinari, ragion per cui non esistono più le uscite notturne, dando spazio ai bracconieri in tutta la zona del crinale. Sembra per loro infatti il momento d’oro. Senza contare che l’ufficio caccia fa parte dell’assessorato ambiente.
Su questa vicenda – aggiunge il Presidente di Legambiente Reggio – vigileremo molto attentamene e se i verbali saranno archiviati faremo i dovuti rilevi alla Procura della Repubblica”.