La Regione Emilia-Romagna continuerà a finanziare la formazione degli apprendisti e, per farlo, introdurrà l’assegno formativo, o voucher, che potrà essere utilizzato per frequentare attività corsuali professionalizzanti, realizzate da enti di formazione specificamente accreditati o autorizzati ed inserite in un catalogo (che sarà consultabile on line a breve).


E’ questa una delle principali novità della nuova delibera regionale sull’apprendistato professionalizzante, applicativa della legge regionale sul lavoro n. 17 del 2005 che, su questi aspetti, dà attuazione al decreto legislativo 276/2003 (attuativo della legge Biagi). Questa delibera – approvata nei giorni scorsi – approfondisce la regolazione della parte formativa del nuovo apprendistato professionalizzante, i cui aspetti contrattualistici sono ricondotti dalla legge nazionale ai contratti nazionali di lavoro. Nel nuovo istituto, regolato dal decreto legislativo 276 del 2003, per ogni assunzione deve essere predisposto un piano formativo individuale (PFI) – della cui attuazione è responsabile il datore di lavoro – che definisce, per tutta la durata del contratto, il complessivo percorso formativo dell’apprendista. Questo percorso, sulla base dell’applicazione della legge regionale sul lavoro, dovrà avere come esito una qualifica tratta dal Sistema regionale delle Qualifiche (SQR).

“Tuttavia – spiega l’assessore regionale al lavoro Mariangela Bastico – alcune interpretazioni di questa stessa norma nazionale, formalizzate dal Ministero del Lavoro, affermano che fino a quando non saranno stipulati i nuovi contratti, il nuovo apprendistato non entra pienamente in vigore. Ma come è possibile – mi domando – subordinare l’applicazione di una legge dello Stato a un contratto di lavoro, per sua natura privatistico? Una grave situazione di incertezza insomma, cui abbiamo voluto porre rimedio perché il nostro sistema economico e sociale ha bisogno di certezze. E’ noto che la Regione non condivide impostazione e principi della legge 30, ma un braccio di ferro col ministro – che sostanzialmente ha creato le condizioni perché una sua legge non potesse essere pienamente applicata – non sarebbe servito né alle imprese né ai lavoratori”.

Cosa dovranno fare dunque le imprese, in base alla normativa regionale, quando assumeranno un apprendista? Anzitutto, dovranno darne comunicazione ai Centri per l’impiego per via telematica attraverso il sistema Sare (Semplificazione Amministrativa in Rete). In risposta a queste comunicazioni, per gli apprendisti assunti in comparti regolati da contratti nazionali di lavoro che non hanno ancora recepito le nuove norme, i Centri per l’Impiego rinviano telematicamente ai Cataloghi dell’offerta formativa proposti da soggetti accreditati o autorizzati, rispetto ai quali le imprese selezioneranno, in accordo con l’apprendista, le attività di interesse. Per ogni apprendista assunto in comparti regolati da contratti nazionali di lavoro che hanno già recepito le nuove norme, dovrà essere predisposto un piano formativo che dovrà avere obbligatoriamente come esito una qualifica tra quelle facenti parte del Sistema regionale delle qualifiche. In base al piano formativo e alla qualifica prescelta, l’apprendista dovrà seguire un’attività formativa esterna all’azienda che potrà essere sia trasversale che professionalizzante, tra quelle a catalogo. In entrambi i casi la Regione potrà contribuire al finanziamento della formazione esterna dell’apprendista attraverso un voucher, attribuito all’apprendista, il cui importo sarà definito sulla base delle risorse disponibili e delle priorità identificate.

“L’apprendistato – conclude l’assessore Mariangela Bastico – è particolarmente importante per il nostro sistema economico e produttivo, anche perché è rimasto l’unico contratto di formazione e lavoro previsto dal nostro ordinamento. Tra l’altro si sta estendendo anche a settori in cui era tradizionalmente meno utilizzato come quello bancario o della grande industria”.

Alla fine dello scorso anno (31 dicembre 2004), il totale degli apprendisti al lavoro era di 76.529 assunti, così distribuiti: 13.925 a Bologna, 13.081 a Modena, 9.170 a Ravenna, 8.811 a Reggio, 8.229 a Forlì-Cesena, 7.723 a Rimini, 6.807 a Parma, 4.566 a Ferrara, 4.217 a Piacenza. Dei 76mila apprendisti al lavoro al 31/12/04 ben 72mila avevano aderito all’offerta formativa della Regione.
La maggior parte degli apprendisti hanno tra i 18 e i 24 anni (64.848). Sono 9.159 quelli tra i 15 e i 17 e solo 2.522 gli apprendisti maggiori di 25 anni.
La maggior parte degli apprendisti lavora nel settore della metalmeccanica (24,2%); significativo il numero dei contratti anche nel commercio (19,4%), nel turismo (12%), nei servizi (10,7%) e in edilizia (9,9).

I contratti di apprendistato sono cresciuti esponenzialmente negli anni, passando dai 29.859 stipulati nel 2001 ai 47.801 del 2004.
“Queste cifre – commenta l’assessore alla formazione professionale e al lavoro Mariangela Bastico – testimoniano l’importanza e l’efficacia del lavoro svolto sulla formazione degli apprendisti e mettono in luce un progetto formativo di entità e diffusione straordinaria, di valore tanto maggiore proprio perché di difficile e complessa gestione”.