Si preparavano a mettere a segno un centinaio di rapine in ville e abitazioni di varie localita’ italiane proprio durante le feste di Natale. Ma i loro piani sono saltati dopo il maxiblitz della Polizia che, scattato il 17 dicembre, si e’ concluso oggi con all’arresto di 112 persone in cinque giorni, tra cui 91 stranieri di origine slava, rumena e albanese.

Ulltima tranche dell’operazione ‘Vesta’ coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Dac (Direzione Centrale Anticrimine) e alla quale hanno collaborato le squadre mobili delle questure di numerose citta’ d’Italia, da Nord a Sud.



Cinquantadue le provincie del Paese setacciata da investigatori e esperti, analisti della Scientifica specializzate in nuove tecniche di indagine. Un lavoro di team, sperimentato per la prima volta attraverso vere e proprie task force costituite ad hoc e operative sul territorio, che ha portato in un anno a 304 catture, assicurando alla giustizia anche i responsabili delle efferate violenze messe a segno durante alcune rapine. Un lavoro difficile, soprattutto per via della tipologia disaggregata delle organizzazioni, ma che ha permesso di prevenire altri ‘colpi grossi’ che i banditi avevano organizzato per i prossimi giorni.



Otto le regioni in cui gli uomini della polizia hanno operato: Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia. Numerosissime le perquisizioni condotte a tappeto e che hanno consentito di ritrovare ingenti bottini.E non solo, anche droga, in gran parte cocaina e armi, tra cui alcune mitragliette.

Quanto ai contributi delle varie squadre mobili all’operazione, un grosso risultato e’ stato raggiunto a Bologna, dove sono stati catturati tre slavi clandestini e soprattutto sequestrata una ingente partita di armi,



In Emilia-Romagna i predoni hanno preso di mira soprattutto Reggio Emilia, ma a Bologna, secondo gli investigatori, le bande avevano delle basi logistiche dove potevano recuperare le armi usate poi per minacciare le vittime rapinate. In carcere per detenzione di armi clandestine e da guerra e relativo munizionamento sono finiti Gina Golubovic, 21 anni, e Fikret Alijevic di 22, entrambi serbi e fidanzati. I due sono accusati di aver svolto il ruolo da intermediario tra i rivenditori di armi e le bande si predoni che si rivolgevano a loro sia per armarsi che per disfarsi delle stesse una volta messi a segno i colpi.



Con loro in un appartamento di Ponte Ronca, a Zola Predosa, a pochi chilometri da Bologna, c’era Milan Mazulovic, croato di 35 anni che secondo gli inquirenti aveva il ruolo di trasportare le armi dall’Est in Italia.