La Cia dell’Emilia Romagna interviene sulla decisione assunta in sede comunitaria riguardo alla riforma dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore bieticolo saccarifero, un comparto che porterà ad una drastica riduzione delle superfici investite a radici ed alla chiusura di numerosi zuccherifici.


“Dopo mesi di confronto e di dialogo tra il Dicastero agricolo e le parti sociali in cui si delineava una bozza di piano bieticolo saccarifero nazionale e la riduzione di quota del 25%, nonché un prezzo delle barbabietole, a regime, di 31 euro a tonnellata – sottolinea Mauro Ferrari, responsabile nazionale per la Cia del settore bieticolo – al tavolo delle trattative quella strategia è stata totalmente abbandonata dal ministro Alemanno, scambiando il taglio della quota del 50% con l’autorizzazione ad introdurre aiuti nazionali per un ammontare di 65,8 milioni di euro ed un contributo ‘accoppiato’ (cioè specifico per la coltivazione della bietola) del 30% per un periodo transitorio di cinque anni. Trascorso questo periodo il prezzo della barbabietola cadrà a 26 euro per tonnellata con un aiuto ‘disaccoppiato’ (cioè svincolato dalla coltura che l’agricoltore vuole attuare) di 500 euro ad ettaro”. La strategia negoziale, prosegue l’associazione agricola, vedeva tra l’altro l’Italia coesa a Grecia, Spagna e Portogallo in una minoranza di blocco che in altre occasioni aveva vincolato alcune scelte dell’Unione Europea.

“Questa riforma produce la chiusura di 13 impianti di trasformazione che beneficeranno di 730 euro a tonnellata di zucchero ‘rinunciato’, con gravi ripercussioni economiche e sociali – continua Ferrari che coltiva bietole nel ferrarese – e possibili accordi politici con le società saccarifere potrebbero portare alla chiusura indiscriminata degli impianti con l’abbandono della coltivazione della barbabietola in vaste zone vocate dell’Emilia Romagna, scelte motivate dall’eccessiva distanza del prodotto dagli stabilimenti e quindi quale deterrente alla competitività sui costi di trasformazione, affiancato alla necessità di potenziamento degli impianti”.

La Confederazione italiana agricoltori dell’Emilia Romagna, di fronte alla promulgazione di norme che sanciscono l’agonia per cinque anni del settore bieticolo saccarifero e che non lasciano nessuna prospettiva, invita il Ministro Alemanno ad abbandonare i toni trionfalistici usati nei giorni successivi alle trattative ed esprime la propria preoccupazione per gli effetti che la riforma può causare “nonostante che il bacino bieticolo regionale sia, dal punto di vista produttivo, uno dei migliori d’Italia, con punti di eccellenza che si avvicinano alle rese dei Paesi nord europei”.

La Cia, infine, ritiene indispensabile in questa quadro di incertezze, attivare un tavolo regionale di trattativa con le società saccarifere per garantire il mantenimento della barbabietola nelle zone vocate, individuando i bacini di produzione ed il numero di fabbriche che debbono continuare ad operare fino a quando non sarà completata la ristrutturazione del comparto e prima delle prossime semine.