Un concerto di Natale gospel per sostenere la ricerca genetica: si terra’ la sera di sabato 17 dicembre al PalaPanini di Modena (ore 21, biglietto a 10 euro), organizzato dall’Universita’ e con il patrocinio del Comune.


Protagonista sara’ il complesso livornese ‘The Joyful Gospel Ensemble’, e l’incasso andra’ a favore dell’associazione onlus Pxe Italia, impegnata dal ’98 ad incentivare la ricerca su una rara malattia genetica caratterizzata dalla progressiva mineralizzazione delle fibre elastiche e da alterazioni connettivali in tutti i distretti dell’organismo, che clinicamente si manifesta con disturbi a carico degli occhi, portando frequentemente alla cecita’, del sistema cardio-circolatorio e della pelle.
”Con questa iniziativa, la prima del genere che ci vede impegnati nell’insolita parte di impresario – ha commentato il Rettore Gian Carlo Pellacani – vogliamo rimarcare un aspetto della nostra attivita’, forse meno noto e che forse fa meno notizia: la proiezione di un Ateneo che si e’ andato fortemente a caratterizzare nella promozione dello sviluppo sociale, oltre che culturale, agendo su diversi fronti (dall’handicap ai detenuti, agli emigrati, agli stranieri, ecc.) per acquisire la dimensione di un’istituzione veramente aperta, attenta ad operare per l’inclusione dei suoi cittadini e, quindi, anche delle persone malate. Speriamo di non essere lasciati soli e che, oltre ai nostri studenti e al nostro personale, anche tanti modenesi comprendano l’importanza di questo evento e incoraggino il nostro sforzo”.


La serata prevede l’esecuzione di un repertorio di 23 brani, 16 affidati al ‘The Joyful Gospel Ensemble’ e sette cantati dal Coro dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia, che aprira’ il concerto con l’esecuzione del tradizionale ‘Gaudeamus Igitur’, inno internazionale degli universitari. Poi sara’ un susseguirsi di famose interpretazioni, fino ad arrivare al finale di ‘Oh happy day’ di Edwin Hawkins.

Il Pxe (Pseudoxanthoma elasticum) e’ una malattia ereditaria caratterizzata da progressiva mineralizzazione delle fibre elastiche. Colpisce circa un nato ogni 50.000 ma in realta’ e’ molto piu’ frequente, in quanto ancora poco conosciuta e confusa con patologie legate all’eta’. Le fibre elastiche sono presenti in tutti gli organi.
Sono molto abbondanti nei vasi, nella cute, nei polmoni e formano il supporto della retina. Pertanto la malattia comporta alterazioni cutanee, vascolari generalizzate con manifestazioni simili alla aterosclerosi precoce ed emorragie ricorrenti all’apparato gastro-intestinale e, in particolare, alla retina. All’Universita’ di Modena e Reggio opera da tempo un gruppo di ricerca, diretto e coordinato dalla prof.Ronchetti, che studia questa patologia genetica.

Il gruppo nel 2000 ha contribuito alla scoperta del gene responsabile della malattia ed e’ divenuto punto di riferimento in Italia per la diagnosi molecolare. Ora lo stesso gruppo e’ impegnato nell’identificazione di nuove mutazioni nella popolazione italiana e nello studio delle tappe patogenetiche delle manifestazioni cliniche, in stretta collaborazione con centri di ricerca internazionali.