Il taglio del Fondo sociale nazionale deciso con la Finanziaria 2006 è una scelta “assolutamente dannosa e foriera di gravissimi effetti sugli standard assistenziali finora garantiti ai cittadini modenesi”. Lo afferma il Coordinamento provinciale degli assessori alle Politiche sociali dopo aver esaminato le prime proposte di riparto del Fondo sociale elaborate dalla Giunta regionale a seguito dei pesanti tagli operati sul Fondo sociale nazionale dal Governo, nell’ambito del percorso di formazione della legge finanziaria 2006.


“Nonostante la trattativa tra Governo, Regioni e autonomie locali non sia ancora del tutto conclusa – spiega il Coordinamento – non pare possano nutrirsi concrete speranze per una diversa impostazione della Finanziaria. La Regione nell’esigenza di tutelare comunque le fasce sociali più deboli e di ridurre il grave e pesante impatto sulla popolazione si è impegnata a compiere uno sforzo finanziario aggiuntivo con proprie risorse, anche se l’effetto complessivo sarà quello di una sostanziale rarefazione delle risorse: meno 30 per cento rispetto al Fondo sociale 2004”.

Con le attuali ipotesi, infatti, la dotazione complessiva del Fondo, a livello regionale, scende da 86,5 milioni di euro a poco più di 55 milioni. In particolare per i Comuni la cosiddetta Quota indistinta vede una riduzione di circa dieci milioni di euro, così l’area Famiglia e Minori passerà da 26,8 milioni a 16 milioni con drastici tagli su alcuni progetti finalizzati: Asili nido (da 17 a 11 milioni), Programma per l’integrazione scolastica, progetto “Primo anno in famiglia e Conciliazione tempi, cura e lavoro”.

L’area Immigrazione, i Giovani e i Progetti “Esclusione sociale” vedono ciascuno riduzioni per circa un milione di euro. Infine, l’area Anziani e Disabili registrerà una pesante contrazione. In particolare saranno ridotte le risorse sugli assegni di cura, mentre alcuni progetti particolarmente significativi e innovativi (i programmi per l’inserimento lavorativo, gli invalidi civili e i Centri per l’adattamento ambiente domestico) difficilmente potranno disporre di risorse.

Il Coordinamento provinciale invita pertanto “Regione, Anci e Upi a continuare nelle sedi istituzionali nello sforzo di rendere le risorse previste in Finanziaria nel Fondo sociale nazionale congrue rispetto ai bisogni delle diverse comunità e delle diverse fasce di popolazione interessate”.