E’ stata la capitale dell’industria italiana e ora, dopo un lungo periodo di crisi e grazie ai grandi investimenti legati alle Olimpiadi invernali del febbraio 2006, sta vivendo una fase di riconversione economica con realizzazioni e progetti che coinvolgono l’intera città. E’ dedicata a Torino e alla qualità dell’architettura ‘postolimpica’ la lezione di Carlo Olmo – direttore del ‘Giornale di architettura’ e preside della prima facoltà di Architettura del Politecnico del capoluogo piemontese – in programma a Modena domani alle 21 nel teatro della Fondazione San Carlo, in via San Carlo 5.

E’ il secondo appuntamento, promosso dall’Ufficio ricerche e documentazione del Comune, della serie autunnale di lezioni di storia urbana, che si concluderà giovedì 17 novembre alle 21 con una conferenza di Fulvio Irace, direttore della Sezione Architettura della Triennale di Milano, sul tema “Nuove architetture e progetto di città: il caso di Milano”.

“Torino ha almeno tre grandi memorie stratificate: la città barocca, la città ottocentesca, la città industriale”, spiega Olmo, che è anche consulente del sindaco del capoluogo piemontese per la qualità urbana delle trasformazioni della città avvenute in occasione delle Olimpiadi. “Queste tre memorie hanno loro storie e protagonisti. I processi in atto a Torino toccano, in modi profondamente diversi tutte e tre queste memorie. E le diversità hanno dentro molte spiegazioni”. La serata con Carlo Olmo prevede anche un intervento di Cristina Bianchetti, architetto e professore di urbanistica a Torino, dal titolo “Come la vicenda del Villaggio Olimpico racconta Torino?”. Destinato a ospitare 2 mila 500 atleti e mille giornalisti, il Villaggio è l’opera più importante dal punto di vista economico e simbolico tra quelle realizzate nel capoluogo piemontese per i giochi invernali. Ma accanto al Villaggio e ai villaggi intermedi, dove sono presenti anche opere di Arata Isozaki e di Gae Aulenti, sono in corso di realizzazione architetture e progetti che coinvolgono l’intera città. “Senza aspettare i giochi del febbraio 2006 – commenta Bianchetti – l’esito più importante delle Olimpiadi si è già dato: rendere visibile l’energia che sta attraversando la città e sottolineare lo sforzo di re-invenzione che ci si è accorti di dover fare una volta che Torino ha smesso di essere la più importante company-town del paese”.

Ingresso libero, informazioni al numero 059 2032114 dalle 9 alle 13.30.