Sotto lo slogan “Con l’agricoltura per lo sviluppo del Paese. Insieme per le imprese agricole italiane”, più di centomila agricoltori sono scesi ieri in piazza a Bologna.

Una grande manifestazione promossa su iniziativa della Confagricoltura, della Cia-Confederazione italiana agricoltori, della Copagri, della Legacoop/Agroalimentare e della Agci/Agricoltura per chiedere con determinazione una maggiore attenzione verso i problemi del settore che diventano ogni giorno di più sempre gravi: riduzione dei prezzi praticati sui campi, crescita dei costi produttivi (in particolare quelli relativi ai carburanti agricoli) e previdenziali, drastica diminuzione dei consumi agro-alimentari, pesante calo dei redditi e competitività in preoccupante affanno. Problemi complessi che alimentano incertezze e disagio, con il fondato rischio di allontanare ulteriormente lo sviluppo e mettere fuori mercato una parte consistente dell’imprenditoria agricola italiana.
Concetti che sono stati evidenziati durante il comizio finale dai presidenti delle organizzazioni, Federico Vecchioni (Confagricoltura), Giovan Battista Aiuto (Copagri), Sergio Nasi (Legacoop/Agroalimentare), Gianpaolo Buonfiglio (Agci/Agricoltura) e Giuseppe Politi (Cia).

Obiettivo di Copagri, Cia, Confagricoltura, Legacoop/Agroalimentare e Agci/Agricoltura è quello di mantenere un’agricoltura forte, saldamente radicata sul territorio, imprenditorialmente all’altezza ed in grado di innovarsi. Con positivi riflessi nella tutela dell’ambiente, nello sviluppo dell’occupazione, nel rilancio del Mezzogiorno, nella tenuta complessiva del sistema economico nazionale.
C’è, quindi, l’esigenza di politiche concrete per bloccare ed invertire l’attuale drammatica crisi. Misure ed azioni realmente innovative che possano contare su quadro di risorse affidabili. Il tutto per poter garantire agli agricoltori di investire, di programmare il futuro, di partecipare con piena convinzione alle sfide poste dai paesi europei dall’Agenda di Lisbona, per una società più competitiva.
Occorrono azioni specifiche ed urgenti per fronteggiare le difficoltà, dell’ortofrutta, del vino, dell’olio d’oliva, dei cereali e della zootecnia, con particolare riguardo al settore avicolo, che in questi ultimi mesi, a causa della psicosi generata dall’influenza aviaria, ha subito danni economici ingenti.

Nei loro interventi, i presidenti delle organizzazioni hanno evidenziato che, nonostante interventi per cercare di alleviare lo stato di crisi di mercato in alcuni settori e in determinate aree del Paese, le aspettative degli imprenditori agricoli rimangano ancora e in molta parte disattese. Servono, dunque, strategie realmente incisive per rivitalizzare le imprese del settore che, con la loro ramificazione sul territorio, costituiscono una realtà economica e sociale di elevato spessore. Una importante realtà che può fornire un determinate apporto alla crescita socio-economica del nostro Paese.
Oggi -è stato sottolineato- l’agricoltura italiana attraversa una drammatica crisi strutturale e ha l’impellente necessità di avere precisi punti fermi per dare slancio alla sua azione, per rafforzare la competitività sui mercati esteri. Serve -hanno detto i presidenti delle organizzazioni- un nuovo progetto per il settore primario. Un progetto che guardi anche oltre i confini nazionali e tenda a dare forza alla posizione che l’Italia deve sostenere in alcuni ambiti internazionali di particolare delicatezza ed importanza: dalle prospettive di bilancio dell’Unione europea al negoziato commerciale del Wto, alle questioni relative ad alcuni settori come la bieticoltura e l’ortofrutta.

Gli agricoltori hanno anche rimarcato che la riforma della previdenza agricola costituisce una priorità che deve trovare soluzione nell’ambito della manovra finanziaria per il 2006 e che c’è bisogno di un adeguamento e ammodernamento delle reti infrastrutturali. Nello stesso tempo hanno anche evidenziato il ruolo che essi svolgono per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, sostenendo l’esigenza di un forte e più convinto impulso alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, a partire dai biocarburanti.
Infine, i presidenti delle organizzazioni hanno messo in risalto l’opportunità di una serie di interventi per le imprese più esposte al mercato. In tale ambito, proprio la stabilizzazione permanente della fiscalità agricola, i nuovi strumenti creditizi e, soprattutto, assicurativi, vanno affermati come puntelli per il rafforzamento della competitività del sistema imprenditoriale agricolo e per un suo quanto mai necessario sviluppo.