”Ci puo’ essere affinita’ con i precedenti plichi inviati a Romano Prodi”: lo ha spiegato il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola in relazione al pacco incendiario arrivato in mattinata al sindaco di Bologna Sergio Cofferati.


Di affinita’ ce ne sono sicuramente nella confezione dell’ordigno, vista la presenza di polvere esplosiva, di una batteria e di una molletta che serviva da innesco. Ma ci potrebbero essere affinita’ anche sugli autori del gesto. Prima dell’ estate la Procura di Bologna arresto’ con 7 ordinanze di custodia cautelare altrettanti soggetti dell’area anarco-insurrezionalista accusati di aver inviato diversi plichi incendiari a forze dell’ordine e istituzioni europee fra il luglio 2001 e il dicembre 2003: tutti furono pero’ rimessi in liberta’ dal tribunale del riesame del capoluogo emiliano ed ora pende il ricorso in Cassazione fatto dalla Procura di Bologna.


”L’indagine che abbiamo fatto e’ buona – si e’ limitato a rispondere ai cronisti Di Nicola – e sara’ buona quella che faremo”.

Intanto fonti investigative hanno quantificato in circa 40 grammi la polvere esplosiva contenuta nel pacco spedito a Cofferati. Un plico che sarebbe stato imbucato a Milano