Un maresciallo dei carabinieri e’ stato condannato, con patteggiamento della pena, a un anno per l’uccisione di un ventunenne cittadino albanese, Altin Goseni, che stava fuggendo dopo aver abbandonato una macchina rubata, con materiale frutto di un altro colpo, la notte fra il 5 e il 6 febbraio 2004 a Molinella, nella pianura bolognese.


L’accusa iniziale era omicidio volontario ma davanti al Gup di Bologna Andrea Scarpa, il Pm Morena Plazzi ha accettato la proposta dell’avvocato difensore Gianluigi Lebro di derubricare in eccesso colposo di legittima difesa putativa. Prosciolto per difetto di querela un secondo carabiniere – difeso dall’avv.Alessandro Armaroli – che colpi’ di striscio il giovane albanese e che era accusato di lesioni.


”Siamo soddisfatti – ha commentato l’avv. Lebro – perche’ riteniamo che il caso sia stato ricondotto alla sua dimensione ragionevole da un punto di vista giuridico. Fermo restando che dal punto di vista umano e’ una vicenda molto triste. A questa dimensione siamo arrivati dopo una sofferenza di 18 mesi, pero’ ci siamo arrivati e quindi a questo punto siamo convinti di essere stati giudicati per quello che effettivamente ci poteva essere addebitato. L’accusa di prima era veramente una figura giuridica mostruosa”.


La Procura aveva formulato la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario alla luce dei risultati dell’autopsia e dell’analisi dei reperti fatta dal Reparto operativo e dal Ris dei carabinieri: ne emerse una ricostruzione piuttosto diversa da quella riferita dai militari che agirono quella notte, per i quali a sparare contro Altin Goseni sarebbe stato solo il maresciallo, mentre l’altro militare avrebbe fatto fuoco in aria.

Una reazione giustificata da una torcia che il giovane stringeva nella mano e che sarebbe stata scambiata per un’arma.

Secondo la ricostruzione fatta dall’inchiesta, entrambi i militari colpirono il ragazzo, incensurato e in regola con il permesso di soggiorno: sette furono i colpi esplosi, uno quello mortale, che da una decina di metri di distanza centro’ il torace, lesionando gli organi vitali.

La notte precedente era stata vista a Molinella una Fiat Multipla risultata rubata a Castelfranco Emilia (Modena) un mese prima, con all’interno del materiale a sua volta oggetto di furto, mentre al centralino dell’Arma era stata segnalata una serie di furti, in appartamenti e in un’impresa di materiale elettrico.
Cosi’ i carabinieri decisero di fare un appostamento. Goseni arrivo’ con altre due persone su un’auto. Lui e il cugino si avvicinarono alla Multipla, poi videro i carabinieri e fuggirono in direzioni diverse mentre quello rimasto sull’auto riusci’ a dileguarsi. Uno dei due in fuga a piedi, S.I., 21 anni, venne placcato dopo poche decine di metri in un vicoletto, mentre Goseni ando’ verso l’argine di un canale: il maresciallo lo segui’ e poi racconto’ di aver intimato altre due volte l’alt, sparando due colpi di pistola in aria, inutilmente. A quel punto, secondo il suo racconto, il fuggiasco si sarebbe girato di scatto, con in mano un oggetto metallico. I famigliari della vittima, che vivono nel modenese, si sono costituiti parte civile.