“Un donna anziana dell’Appennino reggiano era stata giudicata ‘deceduta’ dall’equipe medica dell’Ospedale di Modena, invece fortunatamente è ancora viva e vegeta” – questo afferma il Consigliere regionale Fabio Filippi in seguito all’episodio di mala sanità verificatosi nell’Ospedale di Modena.

L’anziana signora in seguito ad un esame di artografia al principale ospedale modenese, aveva mal sopportato l’anestesia totale, forse eccessiva per un esame di questo tipo.
La signora era quindi entrata in coma; la pressione azzerata e il polso inerme avevano indotto il personale dell’ospedale modenese ad informare i figli dell’imminente decesso inducendoli a riportare a casa la mamma. I dottori in modo estremamente superficiale avevano certificato in anticipo la morte della paziente, nella stessa cartella clinica, poi ‘opportunamente’ modificata.
I parenti dell’anziana signora, alla notizia di un così tragico epilogo erano naturalmente caduti in un profondo dolore. Ma fortunatamente i medici hanno peccato di faciloneria colossale.
Il coma aveva provocato alla donna un blocco intestinale ed un blocco renale facendo pensare che ormai non c’era più nulla da fare.
La decisione delle figlie di riportare la propria mamma al capezzale ha dato però esiti diversi, il medico condotto dell famiglia ha preso in mano la situazione adottando terapie adeguate e rimettendo, in pochi giorni, in piedi la degente.

“Ancora una volta – aggiunge Filippi – la nostra regione è al centro di episodi di mala sanità, quando Errani dice che l’Emilia Romagna è il fiore all’occhiello del sistema sanitario nazionale dovrebbe fare ammenda degli spiacevoli e frequenti episodi come quello di Modena.
Il buco sanitario regionale è ormai di proporzioni catastrofiche e i servizi sono spesso inadeguati, solo a Modena tra Azienda USL e Azienda Ospedaliera, nel 2004, la perdita di bilancio ha superato i 25 milioni di euro”.