”Abbiamo il telefono sotto controllo. Lo ha detto Paolo”. L’avvertimento comparve la mattina del 13 dicembre 2004 alle 11.18 in un sms arrivato sul telefonino del professor Bernardino Vaira, uno dei medici del Dipartimento di Medicina interna e Gastroenterologia del policlinico Sant’Orsola di Bologna al centro di un’inchiesta su presunti distorti rapporti fra i camici bianchi e le case farmaceutiche nella gestione di diversi finanziamenti. Per questo il Pm della Procura del capoluogo emiliano, Enrico Cieri, ha aperto un’altra inchiesta, per ora contro ignoti, per violazione del segreto investigativo.


L’sms, ovviamente, fece saltare dalla sedia anche i militari del Gico della Guardia di Finanza dell’Emilia-Romagna, che stavano indagando da mesi. Subito, infatti, comunicarono al magistrato che la circostanza sarebbe stata oggetto di accertamenti a parte rispetto al filone principale dell’ inchiesta. Quel Paolo citato nel messaggio e’ un altro medico, conoscente di Vaira, ed e’ stato gia’ interrogato dagli investigatori: che i telefoni fossero sotto controllo fu una semplice deduzione, un’ipotesi, nulla di piu’, s’e’ giustificato l’uomo, non l’unico a essere sentito. In effetti, gia’ a dicembre, alcuni medici sapevano di essere al centro di accertamenti perche’ il Pm notifico’ loro la richiesta di proroga dei termini dell’indagine che porto’ pure all’ acquisizione di alcuni documenti al policlinico e l’universita’ di Bologna. Solo due settimane fa, invece, arrivano perquisizioni e sequestri.

La versione, pero’, non ha convinto del tutto gli inquirenti: la tesi investigativa, infatti, e’ che qualcuno volle avvertire i medici, comunicando loro un’ informazione, tanto precisa quanto preziosa. A complicare il quadro, almeno all’inizio, c’erano pure i nomi di due ufficiali della stessa Guardia di Finanza, finiti nei brogliacci delle intercettazioni telefoniche: ma, e’ poi emerso dalla stessa indagine, che nulla i due rivelarono, limitandosi a meri colloqui di cortesia. Il loro ruolo e’ gia’ ridimensionato dai militari del Gico nell’informativa consegnata alla Procura.

Resta il fatto che, secondo gli investigatori, il significato di quell’sms e’ piuttosto chiaro e preciso. Sono state le stesse telefonate, in seguito, a portare la Guardia di Finanza su un altro filone di indagine su eventuali trucchi in diversi concorsi universitari.