Le sperimentazioni di farmaci, i rapporti tra medici e industria farmaceutica, le donazioni fatte da quest’ultime ad associazioni di ricerca e l’ipotesi di denaro distratto da medici per esigenze personali. E’ questo il nucleo di una inchiesta condotta dal Pm Enrico Cieri della Procura di Bologna e dal Gico della Guardia di Finanza che vede indagate almeno una decina di persone, tra medici, legali rappresentanti di 2-3 case farmaceutiche di primo piano e il titolare di un’agenzia di viaggi bolognese che organizza anche congressi.


I medici indagati – l’inchiesta ipotizza corruzione, associazione per delinquere e falso – sono del dipartimento di medicina interna e gastroenterologia del policlinico Sant’Orsola di Bologna, che e’ tra i fiori all’occhiello della medicina bolognese. Indagati, destinatari di avvisi di garanzia e di una perquisizione con sequestri di materiale compiuta una paio di settimane fa sono il primario Roberto Corinaldesi, uno dei medici piu’ apprezzati nel suo settore, Vincenzo Stanghellini, Bernardo Vaira, Massimo Campieri. I primi tre sono difesi dagli avvocati Erasmo e Alessandra Dati, Campieri da Daniele e Giuseppe Coliva.

Luigi Gatta non e’ indagato
nell’inchiesta della Procura di Bologna sui rapporti tra medici e industrie farmaceutiche. Il suo nome compare tra quelli dei medici che hanno fatto ricorso al Tribunale del riesame in quanto gli e’ stato sequestrato del materiale dall’autorita’ giudiziaria, ma la sua posizione e’ quella della persona informata sui fatti.


I cinque hanno fatto ricorso al tribunale del riesame contro i sequestri fatti nelle perquisizioni. E solo cosi’ si e’ appreso dell’inchiesta rimasta nel riserbo dal 2003, quando e’ partita. I fatti presi in esame cominciano nel 2001.

I medici indagati non sono ancora stati sentiti dai magistrati. Hanno differito gli interrogatori e – secondo quanto si apprende dal policlinico Sant’Orsola – rinviano ogni dichiarazione a dopo che avranno chiarito le loro posizioni davanti al Pm.

Le indagini sono partite da accertamenti fatti dal Gico su un’agenzia di viaggi. L’agenzia, che organizza viaggi per industrie farmaceutiche che erano sponsor di ‘eventi’ organizzati per medici, era entrata nel mirino degli investigatori per un esposto in cui segnalavano fatture per operazioni inesistenti. Gli accertamenti delle Fiamme gialle hanno portato a scoprire che con false fatture venivano stornate somme che poi andavano a incentivare la partecipazione di medici a congressi. Parte dei fondi, che arrivavano dalle industrie farmaceutiche anche tramite associazioni di ricerca, sarebbero state utilizzate poi – secondo l’accusa – per esigenze personali: viaggi personali ma anche favorire il gruppo di ricerca, composto pure da ricercatori che giungono da altre citta’ e che quindi devono sostenere spese. Si sarebbe trattato di distrazioni di decine di migliaia di euro all’anno. Le case farmaceutiche coinvolte avrebbero adottato strategie di ampio respiro per imporre i loro prodotti. Strategie che fanno leva su figure di medici che fanno da ‘opinion leader’ per gli altri medici, che hanno una influenza nel loro settore di competenza.


Non si tratta di uno scambio immediato di vantaggi, ma di una dinamica piu’ sfumata, che coinvolge anche il possibile conflitto di interessi tra medici e industrie del farmaco.

L’inchiesta ha considerato anche la sperimentazione di farmaci. Per una sperimentazione efficace ci vogliono 10 anni, ma il brevetto scade in 10 anni. Allora ogni tre anni si puo’ modificare leggermente il principio del farmaco precedente. E il compito degli opinion leader – nelle ipotesi da manuale – sarebbe proprio quello di colorire in modo magari piu’ vivace del dovuto un prodotto che non lo merita. Ed e’ anche questo un aspetto che l’inchiesta dovra’ chiarire.